HORIZONT
Test della famosa fotocamera ad obiettivo rotante
Rino Giardiello, gennaio 1999

Non ho fatto un errore: la fotocamera si chiama proprio "Horizont". La "t" finale è misteriosamente scomparsa con l'ultimo modello portando con sé il fascino di un oggetto che fa parte della Storia della Fotografia pur essendo un modesto (si fa per dire) prodotto sovietico.

PRINCIPALI DIFFERENZE TRA HORIZONT E HORIZON
Materiale Metallo Plastica
Avanzamento pellicola Rotella zigrinata Leva di carica
Obiettivo 28mm F/2.8-16 28mm F/2.8-16 MC
Tempi da 1/30 ad 1/250 da 1/2 sec. ad 1/250

La nuova Horizon è senz'altro migliore di quella che vedete nella foto, più completa e soprattutto più affidabile, ma è in plastica nera come tante reflex che vanno di moda oggi (anzi, le ultimissime sono tornate al look del metallo).

La vecchia Horizont è una fotocamera interamente in metallo che "si sente in mano" (come peso) ed ha un indubbio fascino "retrò". Purtroppo le vecchie Horizont avevano anche un sacco di difetti dovuti in particolare al solito pessimo assemblaggio dei prodotti dell'URSS che mortifica e rende inaffidabili dei prodotti altrimenti più che dignitosi.

Ma veniamo a noi: cosa ha di particolare questa fotocamera dalla forma un po' strana? Dov'è l'obiettivo?

Osservate bene la vista dall'alto: la strana protuberanza sul davanti nasconde un obiettivo rotante, indispensabile per realizzare VERE foto PANORAMICHE.

Siamo arrivati al punto: la Horizont è una fotocamera 35mm in grado di realizzare VERE foto panoramiche: non basta tagliare sopra e sotto una normale fotografia per avere una foto panoramica. Questa foto mostrerebbe MENO della foto intera mentre una foto panoramica deve mostrare qualcosa di più, altrimenti di che foto panoramica si tratta?

Non starò a ripetere cose già dette negli articoli sulla FOTOGRAFIA PANORAMICA e torniamo alla nostra fotocamera ad obiettivo rotante, un obiettivo che dà l'impressione di guardarsi attorno.

Costruire una fotocamera del genere non è facile: se l'obiettivo gira la pellicola non può restare in piano come di consueto ma si deve trovare lungo una circonferenza uguale ed opposta a quella descritta dall'obiettivo. Ma le complicazioni non sono finite: l'esposizione avviene attraverso una stretta fessura verticale che impressiona la pellicola una porzione dopo l'altra e se il movimento non è fluido e costante si noteranno delle strisce verticali. Variando l'ampiezza della fessura ed il tempo di rotazione si hanno i tempi di otturazione mentre per i diaframmi la soluzione è quella classica, un normalissimo diaframma all'interno dell'obiettivo.

LA HORIZONT IN PRATICA
La fotocamera si impugna bene e conferisce una piacevole sensazione di solidità contrariamente al nuovo modello in plastica. Il mirino è di tipo galileiano ed offre una buona visione del campo inquadrato anche se inferiore rispetto a quello reale: all'interno si vede una comoda bolla, indispensabile per mantenere la fotocamera ben orizzontale ed evitare eccessive distorsioni. La leva di carica... non c'è! È una semplice rotella zigrinata di vecchia memoria (le nuove Horizon hanno, invece, una tradizionale leva di carica ad avanzamento rapido) ed il pulsante di scatto è molto morbido, munito della tradizionale filettatura per scatto a distanza meccanico.

Insieme alla Horizont viene data in dotazione una impugnatura: è indispensabile adoperarla altrimenti si corre il rischio di fotografare anche le proprie dita.

La cosa più complessa è il caricamento: la pellicola deve passare sotto ai rulli che si trovano a lato del tamburo e la cosa non è comoda né istintiva.

L'obiettivo non è niente male anche se la nuova versione offre risultati migliori grazie ad un efficace trattamento MC e, in più, ha la filettatura per l'inserimento di alcuni filtri (in dotazione), ma l'operazione è scomodissima.

Con un rullino 135/36 si possono scattare 21-22 fotogrammi 24x58 (il numero dipende da quanta coda sprecate per agganciare la pellicola ed arrivare al primo fotogramma).

L'obiettivo della Horizon è un 28mm F/2.8 a fuoco fisso sull'infinito ma non va assolutamente confrontato con un normale obiettivo da 28mm: grazie alla rotazione è in grado di coprire ben 140° su un formato 24x58. Essendo a fuoco fisso su infinito si può contare solo sulla profondità di campo (quindi sulla regolazione del diaframma) per mettere a fuoco soggetti più vicini:

TABELLA DELLA PROFONDITA' DI CAMPO
F/2.8 da 5.5 m all'infinito
F/4 da 4 m all'infinito
F/5.6 da 3 m all'infinito
F/8 da 2 m all'infinito
F/11 da 1.5 m all'infinito
F/16 da 1 m all'infinito

I tempi di otturazione sono solo quattro: da 1/30 ad 1/250, il che costituiva un discreto limite all'utilizzo della Horizont. Fortunatamente nel modello attuale la gamma si è estesa da 1/2 secondo ad 1/250.

In basso, due immagini scattate con la Horizont per chiarire meglio la resa dell'obiettivo rotante: nella prima foto (potrebbe essere benissimo una foto di paesaggio), mancando punti di riferimento precisi sembra tutto normale e non si nota nessuna deformazione anche grazie al fatto che ho tenuto la fotocamera perfettamente in bolla (i più attenti noteranno solo un'andamento innaturale delle nuvole). Nella seconda foto, il terrazzo di casa mia (perfettamente quadrato senza la benchè minima linea curva), si capisce cosa sarebbe successo anche alla prima foto se solo ci fossero stati dei punti di riferimento validi. Anche in questa seconda foto, grazie alla fotocamera in bolla, non vedete alcuna deformazione verticale ma solo quella orizzontale.

PER CHI È LA HORIZONT?
Per tutti gli appassionati di fotografia di paesaggio e per i documentaristi non legati a precise esigenze di rappresentazione dell'architettura nella giusta forma e con la corretta percezione degli spazi: la deformazione tipica delle fotocamere ad obiettivo rotante rende inutilizzabili le foto di questo tipo.

È una fotocamera senz'altro divertente da usare e la qualità delle immagini è buona. Un difetto tipico delle prime Horizont (l'unico se vogliamo) è nella meccanica che consente la rotazione dell'obiettivo: può avere movimenti non regolari e quindi fornire immagini esposte "a strisce" (ben visibili nelle zone uniformi o nel cielo). Cercate sempre di poter scattare un rullino di prova con l'esemplare che state per comprare.

Rino Giardiello © 01/1999
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