SONY FE 70-200 F/4 OSS G
Il primo tele “bianco” per Sony mirrorless
Agostino Maiello, novembre 2017

Presentato nel 2014, il 70-200 oggetto di questa prova è stato il primo teleobiettivo per il sistema mirrorless di Sony, ed è rimasto l’unico per un paio di anni; nel 2016 il corredo si è arricchito di un 70-200 F/2.8 e di un 70-300 F/4.5-5.6. Se il primo, che è della serie G-Master (vale a dire la serie ammiraglia di Sony), è un peso massimo da 20cm, 1350 grammi, ed un prezzo che oscilla intorno ai 2500 Euro, il secondo è della serie G, come il 70-200 di questa prova, ed ha prezzo e peso molto simili (intorno ai 1300/1400 Euro, al momento in cui scriviamo).

Sony 70-200 F/4 GLa serie G, lo ricordiamo per chi non lo sapesse, è un’eredità del mondo Minolta che Sony ha mantenuto, ed in sostanza qualifica le ottiche di fascia superiore rispetto a quella base, ma senza arrivare ai vertici della famiglia G-master - che ha visto la sua apparizione ad inizio 2016.

Il Sony 70-200 F/4 ha la sigla FE perché ha innesto E (Sony mirrorless) e copertura del pieno formato; nonché la sigla OSS perché include uno stabilizzatore, che si va ad aggiungere a quello della fotocamera quando presente (cioè in tutti i modelli eccetto le tre A7 di prima generazione). Un selettore consente di disinserirlo, e con un altro è possibile impostare le due modalità di funzionamento: la prima è quella normale, la seconda è per quando si vogliono effettuare dei panning, visto che tende a non compensare i movimenti lungo l’asse sinistra-destra. Un altro selettore commuta la messa a fuoco automatica/manuale; un ultimo selettore permette di limitare la messa a fuoco da 3 metri ad infinito, utile per quando non c’è necessità di focheggiare su elementi vicini. Infine, tre pulsanti (identici) sono utilizzabili per il blocco della messa a fuoco.

Lo zoom è interno, quindi l’ottica non si allunga al variare della focale. In dotazione c’è un collare di serraggio, che può essere innestato sul barilotto in modo da agganciare il treppiede al collare anziché al corpo macchina, scelta molto saggia data la compattezza dei corpi A7. Nella confezione ci sono anche un paraluce ed un sacchetto in (presumiamo simil-)pelle per trasportare l’obiettivo.

Tutte le ottiche del sistema Sony mirrorless, al momento in cui scriviamo, sono nere, ad eccezione di questo 70-200 e dei 70-200 e 150-400 G-Master, che sono bianchi. Finitura a parte, la qualità costruttiva di questo 70-200, made in Japan, è molto elevata: il barilotto è in lega di alluminio, le gomme e le ghiere sono robuste e solide nell’utilizzo, senza giochi. Si ha subito la percezione di avere tra le mani un prodotto di qualità, e l’utilizzo nel tempo confermerà questa sensazione. E’ dichiarato come resistente a polvere ed umidità; lo abbiamo anche utilizzato in condizioni di pioggia leggera senza alcun problema (proteggendo solo il corpo macchina).

Sony 70-200 F/4 G FE

Lo schema ottico del Sony 70-200 F/4 G prevede 21 elementi in 15 gruppi; il diametro della lente frontale è di 72mm (e non ruota durante l’utilizzo, quindi chi usa filtri polarizzatori o graduati sarà contento). La distanza minima di messa a fuoco è di un metro a 70mm, ed un metro e mezzo a 200mm. Il diaframma è a 9 lamelle.
Il motore autofocus è del tipo Dual Linear SSM: veloce, preciso ed adatto anche alle riprese video. Segnaliamo che la ghiera per la messa a fuoco manuale non ha una fine corsa: ruota sempre, quindi non ci si accorge al tatto di aver raggiunto l’infinito o la distanza di messa a fuoco minima.

Sony 70-200 G a 150mm F/8

Il Sony 70-200 F/4 serie G per Sony FE a 150mm F/8. La foto è stata scattata a 400 ISO. Cliccare sulla foto per vederla di maggiori dimensioni. La foto intera è, ovviamente, ridotta, ma il crop al 100% dell'angolo è in scala reale.

Come va. Risolvenza
Abbiamo provato l’ottica in varie circostanze alle due focali estreme, e ad una focale intermedia molto diffusa, 135mm. I test sono stati fatti su corpi macchina A7 II ed A7 II R.

Sony 70-200 G a 70mm. Resa ai bordi.A 70mm
A lato il dettaglio al 100% dei bordi a F/4 ed F/5.6.
Già a tutta apertura si ha una buona nitidezza, sia al centro (spettacolare) che a metà fotogramma; chiudendo di uno stop c’è un miglioramento visibile a metà fotogramma. La resa migliore ai bordi si ha ad F/8, ma sono già buoni ad F/5.6. Da F/11 in poi entra in gioco la diffrazione.

135mm
Anche qui si ha un centro molto buono già a tutta apertura, che migliora leggermente salendo fino ad F/8. Non raggiunge la spettacolare risolvenza dei 70mm ma ci va molto vicino e, in cambio, è davvero elevata la risolvenza delle parti più esterne del fotogramma, già partendo da F/4; ad F/8 c’è una resa complessiva di un’incisione ed omogeneità straordinarie. Molto buoni i bordi (meglio che a 70mm) già a partire da F/4; migliorano fino ad F/8.

200mm
Resa ottima già ad F/4 sia al centro che a metà fotogramma; discreti i bordi, che chiudendo a F/5.6 migliorano parecchio. Anche qui i risultati migliori si hanno ad F/8 su tutto il fotogramma.

In estrema sintesi
La qualità media dell’obiettivo è tale che lo useremmo senza problemi a tutte le aperture ed a tutte le lunghezze focali, salvo esigenze particolari nelle quali può essere opportuno chiudere di uno o due stop per avere una resa più elevata ai bordi; ma non crediamo che si usi un 70-200 per riprodurre francobolli. Detto questo, l’ottica ci pare dare il meglio di sé alle lunghezze focali intermedie (dai 100 ai 150mm) in termini di omogeneità tra centro e bordi; le prestazioni sono comunque molto buone anche al di fuori di questa gamma.

Sony 70-200 F/4 G FE a 200mm F/8

Il Sony 70-200 G a 200mm F/8. Una resa splendida e nitidezza su tutto il campo inquadrato anche ai bordi che recuperano diaframmando ad F/8. Cliccare sulla foto per vederla di maggiori dimensioni.

Curvatura di campo
Molto contenuta, non ci ha creato problemi nelle riprese di oggetti lineari.

Caduta di luce ai bordi
Con la correzione in-camera attivata, la caduta di luce è un non problema, risultando quasi invisibile a tutte le focali ed aperture, salvo che a 200mm dove è poco meno di un EV a TA. Già chiudendo di uno stop diventa marginale.
Disabilitando le correzioni, per mera curiosità, si ravvisano valori nella norma per queste focali sul pieno formato: circa uno stop a 70mm, ed uno e mezzo a 200mm (a tutta apertura). Anche in questo caso, chiudendo a F/5.6 il problema sostanzialmente sparisce.

Sfocato
Non è un cremoso 85/1.4, ma la resa delle zone fuori fuoco è molto gradevole. Si ravvisa qua e là un po’ di resa “a cipolla”, dovuta alla presenza di lenti asferiche nello schema ottico. Alla focale massima lo sfocato perde un po’ di morbidezza ma rimane più che discreto per uno zoom di questa classe.

Sfocato del Sony 70-200 G a 200mm

Trattamento antiriflesso
Molto buono, non ha creato problemi particolari nelle più frequenti condizioni di luce difficile.

Aberrazioni cromatiche e distorsione
La distorsione è di fatto assente; oscilla intorno all’1% e viene corretta facilmente dagli automatismi in-camera.
Le aberrazioni cromatiche appaiono molto ben controllate e non hanno mai costituito un problema all’atto pratico.

Sony 70-200 F/4 G a 90mm F/5.6

Ottima la resa del Sony 70-200 F/4 G a 90mm F/5.6. La resa è sempre molto equilibrata e naturale. Cliccare sulla foto per vederla di maggiori dimensioni.

Conclusioni
Crediamo di aver già detto tutto nell’articolo: a parte i bordi non esaltanti a 200mm a tutta apertura (ma, ripetiamo, basta chiudere di uno stop per arrivare a livelli molto buoni; senza contare che a 200mm la profondità di campo è davvero poca), ed il dettaglio della ghiera di messa a fuoco che ruota senza fine, c’è davvero poco da lamentarsi di quest’ottica: otticamente e meccanicamente siamo su alti livelli e, per chi non ha assoluto bisogno dello stop di luminosità in più del G-Master, questo 70-200 è un obiettivo da consigliare senza riserve per completare verso l’alto (in termini di focali) un corredo Sony mirrorless.
La sola vera concorrenza, volendo restare nel campo delle ottiche native (cioè escludendo quelle adattate), è in casa: il Sony 70-300 F/4.5-5.6. Optando per quest’ultimo, che come abbiamo riferito ha più o meno lo stesso prezzo e peso, si rinuncia ad un po’ di luminosità (fino ad uno stop), e la qualità ottica è leggermente inferiore (specie ai bordi), ma è più compatto (a 70mm: si allunga con il crescere della focale) ed arriva a 300mm, per chi ne ha bisogno. Ah, decisioni, decisioni…

Per le specifiche complete si veda sul sito Sony.

Agostino Maiello © 11/2017
Riproduzione Riservata

Articoli correlati:
Test dell'economico Sony 75-300 F/4-5.6 (necessita adattatore)
Test del Minolta 100-300 APO F/4.5-5.6 (necessita adattatore)
La sezione dedicata a fotocamere ed obiettivi Sony-Minolta
Le prime impressioni della Sony A7R III