IL FORUM SUL GRANDE FORMATO: NOVEMBRE 2002

Aiuto, non capisco più niente!!! Premetto che fotografo solo a colori. Ho provato le pellicole Kodak Readyload nel dorso Readyload e mi si è impasticciato tutto perché quando le tiravo fuori perdevano il ferretto di sotto prendendo luce. Allora ho comprato usato un dorso Polaroid e le ho provate lì, ma poi ho letto su Internet che nel dorso Polaroid le Readyload hanno problemi di "Flatness". Ma che vuol dire? Allora sono passato alle Fuji Quickload ma anche loro hanno la flatness nel caricatore Polaroid e io non ho voglia di comprare un terzo dorso, quello Fuji. Ho speso più in dorsi a caricamento rapido che in obiettivi e - mi creda - tutto a causa sua che ha scritto quegli articoli su Nadir! Aiuto!!!!! (Silvano Pezzini, Roma)

Calma. Punto primo: è sicuro di voler adoperare le pellicole precaricate, che sono più costose di quelle normali? Se sì, è consapevole del fatto che la scelta è limitata a poche emulsioni a colori e a un solo tipo di emulsione in bianco e nero? Lei fotografa solo a colori. Il che è un vantaggio, perché se fotografasse anche in bianco e nero sarebbe costretto a sottostare al giogo Kodak, l'unica a proporre una pellicola in bianco e nero (la T-Max 100 e 400) in confezione a caricamento rapido. E come è noto il sistema Readyload è una trappola mortale. Il mio consiglio: venda il caricatore Kodak Readyload come ho fatto io. Se non usa le pellicole Polaroid, venda anche il caricatore Polaroid. Dopodiché acquisti un caricatore Fuji Quickload, che non ha mai avuto problemi di inceppamento. Ci adoperi le Velvia o le Provia 100F che sono le più belle pellicole in commercio e viva sereno. A proposito, la flatness è la planeità della pellicola, che effettivamente può non essere perfetta nel dorso Polaroid. Se ha soldi da spendere, usi il nuovo sistema Fuji Quickchange: cartucce precaricate con otto pellicole piane che si adoperano in un dorso speciale. Robert White vende il caricatore a 95 sterline (153,44 Euro) e le cartucce con otto Provia 100F a 34 sterline (54,91 Euro). È un investimento che si ammortizza in fretta, anche perché la cartuccia può essere consegnata in laboratorio e distrutta per estrarre le lastre, oppure scaricata da lei e ricaricata con pellicole di sua scelta, esattamente come si fa con i normali chassis. Stia bene.

Che cosa sono e come funzionano gli esposimetri che leggono sul vetro smerigliato? (Antonio Salemme)

Sono normali esposimetri (un tempo analogici come il glorioso Sinarsix della Gossen, progettato per gli apparecchi Sinar; oggi digitali) collegati a una sonda. La sonda è montata su un'astina e il tutto è applicato a un telaio, con tanto di volet, che si inserisce come un normale chassis. Estratto il volet, l'astina può scorrere liberamente e posizionare la sonda, situata alla sua estremità, su qualunque punto dell'inquadratura. Questo permette di misurare separatamente le diverse aree per una perfetta applicazione del sistema zonale. Lo svantaggio, trascurabile, è che inserendo lo chassis il vetro smerigliato non si trova più sul piano focale, ma risulta leggermente arretrato, per cui l'immagine appare sfocata. Questo tuttavia si traduce in un semplice fastidio visivo e non pregiudica l'identificazione delle aree da misurare. Il vantaggio, rispetto a un tradizionale esposimetro esterno con lettura spot, sta nel fatto che l'esposimetro a sonda legge sul piano focale, esattamente come gli esposimetri TTL delle reflex, e pertanto tiene conto delle cadute di luce dovute sia ad eventuali prolungamenti del tiraggio sia alla presenza di filtri, là dove un esposimetro esterno richiede che il fattore di compensazione venga applicato manualmente dopo la misurazione.

Esistono in commercio delle folding in 6x9 nuove (sotto i 1000 euro) o usate di cui ci si possa fidare? Ho letto l'articolo CAMBIARE FORMATO.... MA COME? e si citano delle folding tascabili sconsigliatissime, ma queste escluse, esistono altre alternative tascabili o quasi di buona qualità? (Tiziano Bucciardini)

Le folding "tascabili sconsigliatissime" di cui parla il lettore sono quelle reperibili a poco prezzo nei mercatini delle pulci, importate dai russi o dai polacchi che vendono anche punte di trapano, calibri, matrioske e collane di ambra fasulla. Come ho scritto nell'articolo, servono giusto a divertirsi. Se il lettore ha necessità di utilizzare i movimenti di macchina (decentramenti e basculaggi), può rivolgersi alle folding 6x9 fabbricate, ad esempio, da Linhof e Horseman. È piuttosto facile trovarle usate. In alternativa (ed è un'alternativa con i controfiocchi) potrà esplorare le vaste possibilità del sistema Silvestri, se il suo budget lo consente. Se invece il lettore non ha bisogno di utilizzare i movimenti ma è attratto solo dalle generose dimensioni del formato, allora provi a cercare, sul mercato dell'usato, una Fuji GW o GSW (la prima con l'obiettivo da 90 mm, la seconda con l'obiettivo da 65 mm): compatta, semplice, otticamente eccezionale, meccanicamente affidabile, è la macchina ideale per chi viaggia e vuole al tempo stesso assicurarsi una qualità d'immagine fuori discussione.

Insomma, io non ho ancora capito una cosa, ma quando metto una pellicola piana nello chassis il volet deve stare girato dalla parte bianca o nera? Insomma, bianco se è vergine e nero se esposto o viceversa? Grazie a chi mi chiarirà l'arcano. (P. Bianco)

Nessun arcano, è solo questione di decidere una volta per tutte. Ogni fotografo fa a suo modo, l'importante è che faccia sempre ALLO STESSO modo. Se poi si lavora in due con la medesima attrezzatura è fondamentale mettersi d'accordo in anticipo! Io personalmente uso questo sistema: gli chassis caricati con pellicola vergine hanno il volet con il lato nero rivolto all'esterno. Dopo avere scattato la fotografia, giro il volet in modo che il lato bianco sia visibile. In questo modo so che gli chassis con il lato bianco all'esterno contengono una pellicola già esposta. Al momento dello scaricamento delle lastre (in camera oscura), riconosco facilmente quelle esposte toccando la parte alta del volet in modo da sentire sotto le dita i piccoli rilievi sul lato bianco.

È possibile realizzare una fotografia nella quale sia rispettata la prospettiva (decentramento verticale) ma anche la profondità di campo, mediante il basculaggio della piastra portaottica? Come faccio, ad esempio, a riprendere due palazzi, uno dietro l'altro, il più basso dei quali è davanti, rispettando sia le loro linee parallele sia la nitidezza di entrambi? (Marco Moroni Sanna)

I movimenti dei corpi possono tranquillamente essere sommati l'uno all'altro per ottenere gli effetti desiderati. In particolare il problema evidenziato dal lettore si risolve unendo al decentramento verticale (che raddrizza le verticali convergenti) il basculaggio in avanti della piastra portaottica, che soddisfa la regola di Scheimpflug. Come si può vedere nei disegni che arricchiscono il sito internet del fotografo austriaco August Lechner (che affronta proprio il problema delineato qui), al decentramento verticale è accoppiato il basculaggio in avanti della piastra portaottica per ottenere la massima profondità di campo (le linee rosse, che rappresentano rispettivamente il piano-soggetto, il piano dell'ottica e il piano focale, si incontrano in un unico punto).