A SPASSO CON IL CATA
Obiettivi catadiottrici a confronto
Rino Giardiello e Agostino Maiello, novembre 2004

Specchio, specchio delle mie brame: cercando nei mercatini dell'usato è possibile acquistare per pochi euro alcuni catadiottrici che, fino a pochi anni fa, avevano prezzi particolarmente elevati...

Nadir Magazine ©

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Un catadiottrico è davvero piccolo e leggero rispetto alla lunghezza focale e questo può far perdonare o accettare molti dei limiti tipici di questi obiettivi.

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Poiché il diametro della lente frontale è sempre elevato, i Costruttori hanno pensato alle soluzioni più ingegnose per permettere l'utilizzo di piccoli filtri da avvitare sulla parte posteriore dell'obiettivo o da inserire in appositi cassettini.

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Il caratteristico aspetto frontale di un catadiottrico: si possono notare lo specchio sullo sfondo ed il piccolo "tappo" centrale che copre lo specchio secondario. E' la combinzione di questi due elementi a trasformare i punti fuori fuoco in tante ciambelline (vedi foto sottostante).

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Non solo per fotografare soggetti lontanissimi, ma anche per cogliere situazioni abbastanza vicine senza disturbare o farsi notare.

Non stiamo parlando, ovviamente, dei vari Zeiss o Nikon che continuano a costare cifre folli, ma dei vari universali di fascia elevata che una volta comunque si finiva per non comprare mai, visto che li si sarebbe usati ben poco; e così puntualmente si ripiegava sul solito MTO 500 di fabbricazione sovietica.

Perché, oggi, ci sentiamo di dire ancora "a spasso con il cata"? Semplice: perché nonostante i limiti tipici di quest'ottica, resta immutata la possibilità di avere un 500mm grande quanto un 85/1.4 o più piccolo di molti zoom 25-105 in commercio.

I catadiottrici sono piccoli e leggeri, e la loro scarsa luminosità viene ampiamente compensata dalle moderne pellicole di elevata sensibilità. Del resto, a pensarci bene aveva senso parlare di "scarsa luminosità" quando gli obiettivi più diffusi erano gli F/1.7 o F/1.8 e, nel caso dei tele, F/4; ma oggi la maggior parte degli zoom (anche quelli di molte fotocamere digitali) non sono molto più luminosi dei cata di 15-20 anni fa.

Andando a spasso per i mercatini abbiamo acquistato un MTO 500, due Tamron 350 e 500, uno Yashica 500 ed alcuni universali economici, ma di questi parleremo più in particolare a fine articolo.

Ma cosa sono i catadiottrici?
Per costruire obiettivi di lunga focale si adoperano di solito schemi a teleobiettivo. Ma se la focale desiderata è davvero lunga (500mm o più), l'unico modo per contenere peso ed ingombro è adoperare degli specchi, un po' come accade per i telescopi.

In pratica, la luce incidente che arriva dentro l'obiettivo viene riflessa da uno specchio posto sul fondo dell'obiettivo (lo specchio primario), "rimbalza" su di uno specchio posto nella parte anteriore dell'ottica (lo specchio secondario, rivolto verso la pellicola) e, attraverso un'apertura presente nello specchio primario, rimbalza nuovamente, giungendo stavolta fino al piano pellicola.

Nella pratica, gli obiettivi catadiottrici (detti anche obiettivi a specchio) hanno anche alcune lenti in vetro per la correzione delle aberrazioni sferiche (quelle cromatiche sono praticamente assenti, visto che sulla pellicola arriva luce riflessa, che è esente da dispersione).

I limiti degli obiettivi a specchio sono diversi. Innanzitutto non dispongono di un diaframma, quindi per regolare la quantità di luce da far arrivare sul piano pellicola si devono usare dei filtri di assorbimento (i classici filtri ND, Neutral Density).

Di fatto gli obiettivi catadiottrici hanno un'apertura fissa che è solo nominale, di solito 5.6 oppure 8. Inoltre, si tratta di obiettivi delicati: gli specchi si possono opacizzare, o disallineare in seguito ad un urto, e sono sensibili alle escursioni termiche, che possono provocare lievi espansioni o contrazioni della loro superficie. Infine, depositi di polvere od umidità all'interno dell'ottica la possono rendere, di fatto, inutilizzabile.

Un altro limite, che però potrebbe essere considerato anche una caratteristica, è che la forma dell'apertura nello specchio primario attraverso la quale la luce giunge sul piano pellicola è circolare, il che significa che i punti luce fuori fuoco dell'immagine avranno la forma di una ciambella. Alcuni amano questa particolarità, per altri è un difetto intollerabile: l'importante è sapere che c'è.

A spasso
I cata non sono certo obiettivi tascabili, ma ci si può andare in giro senza aver finito in un paio d'ore i santi da nominare. 500 e 1000mm sono focali a cui il nostro occhio non è molto abituato, ed all'inizio richiedono un po' d'adattamento, anche perché un piccolo movimento del bacino o del braccio provocano grandissimi cambiamenti dell'inquadratura, ben più eclatanti di quanto avviene con le ottiche che si usano abitualmente. Ma una volta prese le misure, è molto stimolante accorgersi che con queste focali è possibile cogliere immagini che altrimenti non avremmo mai notato. La sfida del catadiottrico è proprio questa: far diventare la sua lunghissima focale uno strumento a disposizione della nostra creatività. E' inutile usare un cata per fotografare la solita vecchina affacciata alla solita finestra (nel solito palazzetto caratteristico nel solito paesino caratteristico ecc.): così facendo staremmo solo approfittando della focale per fotografare da lontano, certi di non esser visti, ciò che con il nostro consueto 135mm fotograferemmo dal marciapiede di fronte. Invece, i 500 o 1000mm a nostra disposizione ci devono spingere a cogliere, dalle solite distanze, inquadrature che altrimenti ci sarebbero sfuggite. Non più due tizi su una panchina ripresi di spalle, ma i loro volti che si sfiorano, le loro mani che gesticolano, dettagli dei piedi, di dita che ravvivano i capelli, e via discorrendo.

Di solito l'area di messa a fuoco di un catadiottrico va da 4-5 metri all'infinito, e data l'assenza di un diaframma è impossibile gestire la profondità di campo allo stesso modo che con altre ottiche. E' dunque importante, soprattutto le prime volte, osservare con attenzione le foto che si sono scattate per capire come gestire al meglio la messa a fuoco tenendo conto delle particolarità degli obiettivi a specchio. Con ottiche a lenti di solito prima si decide la profondità di campo impostando il diaframma e poi si mette a fuoco sul punto desiderato; e la scelta della profondità di campo è dettata dalla creatività, ovvero da ciò che il fotografo si aspetta di ottenere da quello specifico scatto. Con i catadiottrici la logica è diversa: il diaframma di fatto non c'è (con i filtri ND si riduce l'esposizione, ma "l'apertura" rimane immutata, quindi anche la profondità di campo), ed a ciò bisogna fare l'abitudine, adattando - se necessario - il proprio modo di pensare le immagini.

Conclusioni
Adoperare un catadiottrico può essere un'esperienza davvero divertente, anche per un fotografo navigato. La qualità non è niente male, ed anche se la nitidezza ed il contrasto sono inferiori a quelli ottenibili con le consuete ottiche a lenti, sono comunque più che sufficienti per esigenze generiche. Si possono catturare foto altrimenti impensabili, soprattutto se lo si abbina ad una pellicola BN da 400 ASA, che ci consente di scattare con relativa tranquillità a mano libera nella maggior parte delle situazioni di luce. In sostanza, anche se non si tratta certo di un obiettivo che useremo tutti i giorni, il catadiottrico può essere un valido stimolo per rimettere in moto una creatività magari un po' imballata e, più in generale, per aiutarci a (ri)scoprire il piacere di fotografare, proprio grazie alle sue particolarità.

Rino Giardiello e Agostino Maiello © 11/2004
Riproduzione Riservata

I CATA DA NOI PROVATI
Marca

Foc.

mm

F/ Dist. min. in metri Diam. filtri Peso g Lungh. mm Prestazioni
Yashica 500 8 2,5 34 470 87,5 Onesto, ma non va meglio del Tamron di pari focale che preferiamo e si trova a meno.
Voto: Risolvenza 7 - Contrasto 8
Nikon 500 8 1,5 34 840 89 Molto buono, ma del resto il suo prezzo è il triplo di quello dello Yashica ed il quadruplo di quello del Tamron e l'abbiamo inserito nel test per avere un termine di paragone.
Voto: Risolvenza 10 - Contrasto 10
MTO 500 8 4,0 77 620 139 Ottimo rispetto al prezzo, ha un ottimo contrasto che fornisce immagini brillanti e, in apparenza, molto nitide.
Voto: Risolvenza 7 - Contrasto 10
Sigma 600 8 2,0 22,5 753 121 Interessante per la maggiore lunghezza focale, ma le immagini ottenute sono poco brillanti.
Voto: Risolvenza 7 - Contrasto 6
Tokina 500 8 1,5 35,5 462 88 Al di sotto degli altri universali di pari prezzo per la bassa risolvenza.
Voto: Risolvenza 5 - Contrasto 7
Soligor 500 8 2,5 30,5 500 82 E' il più economico in assoluto ed i risultati sono rapportati al prezzo. Solo per giocarci se o trovate a pochi euro.
Voto: Risolvenza 5 - Contrasto 6
Tamron 500 8 1,7 30,5 575 87 Ben rifinito, fornisce immagini nitide e brillanti.
Voto: Risolvenza 8 - Contrasto 8
Tamron 350 5,6 1,1 30,5 577 75 Interessantissimo per la luminosità a fronte della minore lunghezza focale, ha una resa molto elevata ed un ottimo grado di finitura come tutti i Tamron della serie SP.
Voto: Risolvenza 8 - Contrasto 9


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