HORSEMAN SW6X9 PROFESSIONAL: L'ARCHITETTO TASCABILE
Michele Vacchiano, dicembre 2000

Un obiettivo supergrandangolare con queste capacità di decentramento non si era ancora visto nel medio formato. L'architettura, il paesaggio, la fotografia di interni, insomma tutte le applicazioni tipiche del grande formato sono oggi possibili senza dover necessariamente ricorrere al banco ottico o alla folding.

Certo, la versatilità del grande formato rimane immutata e insuperabile, tuttavia non c'è sempre bisogno di decentramenti esasperati, anche perché gli obiettivi grandangolari per il grande formato non godono di un cerchio di copertura tale da consentire movimenti estremi.

Inoltre, chi voleva fotografare in formato 6x7 o 6x9 si vedeva finora costretto a utilizzare dorsi speciali per pellicola in rullo da applicare alla folding, operazione che si rivela in genere piuttosto scomoda (senza contare il fatto che si utilizza un'apparecchiatura sovradimensionata rispetto al formato.

La nuova Horseman SW6x9P è di fatto una "compattona" dal corpo molto sottile che offre ben 34 mm di decentramento verticale (sia in alto che in basso) e addirittura 40 mm di decentramento orizzontale. Accetta obiettivi Rodenstock a partire dall'Apo-Grandagon 35 mm (che corrisponde a un 15 mm nel formato 24x36). Sono anche disponibili Gli Apo-Grandagon da 45 e 55 mm, nonché i Grandagon-N da 65, 75 e 90 mm. I movimenti della piastra portaottica avvengono grazie a cuscinetti a sfera in acciaio che garantiscono uno scorrimento morbido e continuo. Una scala graduata consente il controllo dei decentramenti, che possono essere bloccati nella posizione voluta. Sono presenti tre livelle a bolla che garantiscono il totale controllo dell'allineamento.

Il mirino esterno, con correzione diottrica, è dotato di mascherine corrispondenti alle diverse focali. Queste consentono anche la valutazione del decentramento (fino a 10 mm), nonché la visione della scala delle distanze sul barilotto dell'obiettivo e della livella a bolla orizzontale.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Michele Vacchiano © 12/2000
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