KIEV, IL DOPPIO MISTERO DELLE CONTAX RUSSE
Danilo Cecchi e Pierluigi Febo, settembre 2001

Leica e Contax tra Est e Ovest: un interessante e completo dossier che Nadir può offrirvi grazie alla gentile disponibilità degli Autori, Danilo Cecchi e Pierluigi Febo, ed alla rivista Classic Camera che l'ha pubblicato nel 1999.

Di Leica russe è ormai piena la letteratura specializzata, almeno da quando le copie Leica sono salite alla ribalta della notorietà, e di esse si conosce o si crede di conoscere quasi tutto. Ma accanto alle Leica russe la storia ripropone, come in un eterno ripetersi di rapporti e di confronti, la complessa vicenda delle Contax russe, ribattezzate Kiev dal nome della capitale ucraina.

La storia delle Contax russe non è, come nel caso di Fed e Zorki, una semplice storia di copie, ma una storia di continuità con la produzione tedesca di Dresda. Ma come tutte le storie russe, da Dostojevski in poi, è una storia maledettamente lunga e complicata. Come è noto, la produzione delle Contax II e III avviene a Dresda nelle officine Zeiss Ikon, nel periodo che va dal 1936, anno delle Olimpiadi di Berlino, al 1942, anno della svolta nelle vicende militari del Terzo Reich. La produzione di questo periodo sfiora i centomila esemplari di fotocamere, e non è escluso che qualche esemplare venga montato anche negli ultimi tre anni del conflitto.

Il giorno 8 maggio del 1945, le truppe sovietiche entrano in una Dresda annichilita dai bombardamenti angloamericani, e trovano quasi miracolosamente indenne il reparto della Zeiss Ikon destinato alla produzione delle Contax. Le Contax immagazzinate, le singole componenti, gli stampi e i macchinari destinati alla produzione, oltre a qualche centinaio di obiettivi Sonnar, rappresentano per i sovietici una ghiotta preda, da computare nel novero dei risarcimenti per i danni di guerra. Prelevare gli apparecchi, gli obiettivi e le parti da assemblare sembra la scelta più logica e immediata, mentre smontare le presse e i macchinari richiede una riflessione e tempi più lunghi. Ma le cose non sembrano andare in maniera così lineare. Non tutti i corpi macchina, gli obiettivi e le parti di ricambio vengono prelevati dai soldati sovietici. Anche lo smontaggio dei macchinari, il caricamento sui treni diretti in Ucraina ed il trasporto non procedono come previsto. Le operazioni richiedono tempo, impegno e competenza, anche tenendo conto delle difficoltà dovute al periodo del dopoguerra, ai danni alle linee ferroviarie e alla differenza di scartamento fra le ferrovie tedesche, polacche e russe. Questi inconvenienti provocano una enorme dilatazione dei tempi previsti. Intanto l'assemblaggio delle parti staccate procede in maniera più rapida, ma non per questo meno complicata.

Fra Contax e Kiev
Nei primi anni del dopoguerra compaiono sul mercato alcune fotocamere siglate con il nome Contax, ma non con il marchio Zeiss Ikon, che viene sostituito dal marchio Carl Zeiss Jena. Si tratta di fotocamere Contax II che molto verosimilmente vengono assemblate con pezzi immagazzinati prima della guerra e che non sono stati prelevati dai sovietici. Forse sono stati occultati o forse i sovietici si sono dimenticati di essi. Il motivo della scelta del marchio Carl Zeiss Jena al posto del marchio Zeiss Ikon non è chiaro, dal momento che quel che resta della Zeiss Ikon di Dresda viene messo sotto il controllo statale e che con il marchio Zeiss Ikon vengono siglate, senza problemi né vergogna, altre fotocamere del primo dopoguerra. Le fotocamere Contax Jena si distinguono da quelle genuinamente prebelliche per le finiture leggermente diverse delle parti cromate e per avere un numero di serie diverso dalla tipica numerazione Zeiss Ikon. Ricordiamo che le Contax Zeiss Ikon portano il numero di serie inciso sulla staffa porta accessori, che non è collegata al tettuccio mediante viti esterne facilmente rimovibili, ma in maniera strutturalmente diversa. Ricordiamo inoltre che i numeri di serie delle fotocamere Zeiss Ikon sono composti da sei cifre e sono preceduti da una lettera alfabetica. Per le Contax II e III sono state utilizzate nel periodo prebellico la lettera Z e tutte le lettere da A fino a O, ad eccezione delle sole lettere H, I, L, N. Se l'origine esatta delle Contax Jena non è chiara, altrettanto confusa è l'origine delle prime fotocamere derivate dalle Contax e siglate con il nome Kiev. La produzione delle prime Kiev risale infatti al 1947, e un periodo di due anni fra smontaggio, trasporto, rimontaggio e avviamento degli impianti sembra accettabile, ma qualche autore attribuisce questa produzione ancora a Dresda, o meglio a Jena. Si tratterebbe infatti di fotocamere costruite con i macchinari smontati a Dresda, spediti in Ucraina, arenati nel fango a Brest Litovsk, ricaricati, spediti e rimontati a Jena, per essere rimessi in funzione. Le stesse attrezzature avrebbero poi raggiunto Kiev, sicuramente prima del 1950, ma nessuno spiega esattamente né come né quando. A parte questa rocambolesca storia, la prima produzione delle Kiev sembra essere stata realizzata in gran parte ancora assemblando parti di fotocamere tedesche. La produzione del 1947 è limitata a poche centinaia di esemplari, mentre la produzione degli anni 1948 e 1949 è già quasi completamente di nuova fabbricazione, ma non supera ancora i duemila esemplari per anno. La numerazione di serie viene impressa sulla staffa degli accessori, come nelle Contax originali, ma il criterio per la numerazione viene modificato profondamente. Ogni numero di serie, composto da sei o sette cifre, indica con le prime due cifre l'anno di fabbricazione, già a partire dal 1948.

Contax russe contro Leica russe
Mentre nella Germania del dopoguerra il duello fra Leica e Contax non accenna a ricomporsi, e nel 1950 la Zeiss Ikon di Stoccarda presenta la nuova Contax contrapponendola alle Leica IIIc e alle Leica IIIf, nell'Unione Sovietica vengono avviate contemporaneamente diverse fabbriche specializzate. Mentre le officine Fed di Harkow e le officine KMZ di Mosca vengono indirizzate verso la produzione di fotocamere tipo Leica, alle officine Arsenal di Kiev viene riservata la produzione di fotocamere tipo Contax. A queste fabbriche si affiancheranno qualche anno più tardi le storiche officine GOMZ di Leningrado con la fotocamera Leningrad, con motore a molla e innesto tipo Leica. La scelta di mettere contemporaneamente in produzione per lo stesso mercato fotocamere tipo Leica e fotocamere tipo Contax è difficilmente comprensibile se non si tiene conto dello spirito russo, pragmatico e omnicomprensivo, e della virtuale immensità del mercato sovietico. Lo stesso spirito pragmatico dei russi porta alla realizzazione di qualche centinaio di fotocamere tipo Leica modificate per accettare obiettivi con innesto Contax, le ormai famigerate TCBCB o TSVSV.

Evoluzione delle Kiev
La produzione in grande serie delle Kiev parte nei primissimi anni Cinquanta, ed alla Kiev derivata dalla Contax II viene imposta la sigla, mai incisa sulla cassa, di Kiev 2, mentre alla Kiev derivata dalla Contax III viene imposto l'altrettanto anonima sigla Kiev 3. Soltanto il nome Kiev in caratteri cirillici maiuscoli viene inciso sul frontale della fotocamera, ma già a metà degli anni Cinquanta si comincia ad utilizzare un logo bilingue, con le scritte sovrapposte in cirillico ed in caratteri latini. Il nuovo logo è particolarmente fortunato, accompagna tutta la vita delle Kiev a telemetro e viene utilizzato per oltre trent'anni, fino a metà degli anni Ottanta. Le Kiev 3, provviste di un grosso esposimetro esterno posto sul tettuccio, hanno l'anello delle sensibilità del film graduato in DIN, come le Contax III, e solo dopo il 1954 si comincia ad usare la scala in GOST, l'unità di misura adottata dai sovietici e simile alla scala ASA. Le Kiev 3 hanno una scala di sensibilità che va da 8 a 500 GOST. La produzione delle Kiev 2 e delle Kiev 3 ricalca pedissequamente i modelli Contax, senza apportarvi la benché minima modifica, salvo per l'incisione del nome Kiev e per la cromatura esterna satinata anziché lucida, e per l'assenza della vite di fissaggio al centro del pulsante di sblocco del riavvolgimento della pellicola posto sul fondello. La Kiev 2, identica alle Contax prebelliche nella forma, nel peso, nei comandi e nella meccanica, ed ancora più identica alle Contax Jena nella cromatura satinata, si presta a delle facili contraffazioni. Risulta infatti relativamente semplice cancellare la scritta Kiev dal frontale per incidervi la scritta Contax. Sugli esemplari contraffatti esaminati la scritta Contax risulta essere tracciata in maniera grossolana e imprecisa, mentre spesso non risulta per niente modificato il numero di serie, che denuncia l'anno di costruzione successivo al 1950 e l'origine sovietica della fotocamera. La contraffazione delle Kiev 3 presenta invece maggiori difficoltà, specialmente nei modelli con l'esposimetro tarato in GOST. I modelli successivi Kiev 2A e Kiev 3A, facilmente identificabili a causa della presa di sincronizzazione sul frontale, assente invece su tutte le Contax prebelliche, non si prestano più a contraffazioni altrettanto facili.

Le Kiev e il collezionismo
Se le Kiev 1947, 1948 e 1949, insieme alle Contax Jena, occupano un posto di rilievo nel collezionismo Zeiss lkon rivolto alla connessione russo-tedesca, e se le Kiev "No Name" hanno alimentato una certa curiosità collezionistica, finendo anche sui banchi di Christie's, le Kiev di produzione normale non alimentano grandi interessi collezionistici a causa dell'altissimo numero di pezzi prodotti. Tuttavia, alcuni collezionisti Contax hanno cominciato a trovare interessanti anche le Contax russe, e si sono aggiunti ai collezionisti puri di materiale russo ed ex sovietico. alcuni autori hanno incluse le Kiev a telemetro nelle loro trattazioni e le principali guide le hanno incluse nei loro elenchi. I prezzi forniti dalle guide includono l'obiettivo standard Jupiter 8 da 50mm F/2.0, ottima copia dell'omologo Sonnar, o l'obiettivo Helios da 53mm F/1.8 che correda i modelli più recenti.

Danilo Cecchi e Pierluigi Febo © 07/2001
Classic Camera numeri 30 (aprile 1999) e 31 (luglio 1999).

KIEV 4
Qui il test della Kiev 4