NIKON AF-S NIKKOR 28mm F/1.8 G
Un ottimo grandangolare superluminoso. Test pratico
Rino Giardiello, ottobre 2012

Il Nikon AF-S Nikkor 28/1.8 G sarebbe stato "superluminoso" già oltre 20 anni fa, quando i migliori 28mm luminosi sul mercato erano F/2, costavano uno sproposito ed erano grandi e pesanti quanto un mediotele, e può essere definito "superluminoso" a maggior ragione oggi, in epoca di zoom poco luminosi e di ottiche fisse che ostentano con orgoglio di essere F/2.8 (ma bisogna dire che, grazie alla sensibilità ed alla qualità degli attuali sensori, F/2.8 sono equiparabili ai vecchi F/1.4 faticosamente abbinati a pellicole da 400 ISO).

Ma il discorso non è solo quello della maggiore sensibilità per poter scattare in peggiori condizioni di luce o utilizzando ISO più bassi, bensì la grande qualità unita ad un totale controllo della profondità di campo. Tra F/2 ed F/1.8, ad onor del vero, non c'è una grossa differenza sia per lo sfocato che per la maggiore rapidità dei tempi di scatto ottenibili; comunque sia, sapere di avere tra le mani un ottimo F/1.8 non può che riempire di piacere e questo Nikon Nikkor AF-S 28/1.8 G è davvero un ottimo obiettivo. Forse non il migliore in assoluto della sua categoria, ma senz'altro tra i migliori.

In mano.
A qualcuno può non far piacere, ma a me la sua compattezza e la sua leggerezza - equiparabili quasi a quelle del Nikkor 50/1.4 e dell'85/1.8 (più piccoli, in verità) - riempiono di felicità, soprattutto quando sono costretto a portarmi dietro una borsa piena di attrezzatura in situazioni non confortevoli. Il Nikon AF-S 28/1.8 G resta comunque 'grande', c'è poco da dire, ma è ben bilanciato e dà l'idea di essere ben realizzato, senza giochi eccessivi o plastiche scadenti al tatto. Anche la ghiera per la messa a fuoco in manuale è molto agevole da usare. Il paraluce è in dotazione: accessorio indispensabile vista la facilità a creare riflessi ed immagini fantasma (tra l'altro inevitabili una volta che la forte sorgente luminosa entra nel campo inquadrato), ma siamo allineati alla media Nikon che non eccelle certo in questo campo.

A sinistra: Il Nikon Nikkor AF-S 28/1.8 G, il suo schema ottico, i grafici MTF forniti dalla Nikon e le dimensioni a confronto con 50 e l'85mm.

Sul campo.
La velocità dell'autofocus del Nikon Nikkor AF-S 28/1.8 G è molto buona, peccato solo per la mancanza del VR - la stabilizzazione interna all'obiettivo - che però avrebbe alzato il prezzo, già abbastanza alto, di circa 700 Euro. Le 7 lamelle di diaframma arrotondate si fanno notare mantenendo un piacevole sfocato a tutti i diaframmi. La nitidezza ed il contrasto sono buoni a tutti i valori di diaframma e su tutto il campo inquadrato tranne un vistoso decadimento ai bordi estremi, ma c'è da dire che il suo fratellino meno luminoso - il classico 28/2.8 - va peggio pur essendo un'ottica meno critica (però va meglio nella risolvenza nelle aree centrali). Nell'uso pratico il problema non è rilevabile perché, fotografando ad F/1.8, potete scommetterci che avrete a che fare con soggetti tridimensionali e non con una mira ottica sul muro, per cui lo sfocato nasconderà qualsiasi perdita di nitidezza e sarebbe anche abbastanza anomalo comprare un obiettivo superluminoso per farci le riproduzioni a tutta apertura. Distorsione, vignettatura ed aberrazione cromatica sono evidenti ed il sottoscritto, appassionato di architettura, anni fa avrebbe dato di matto di fronte ad una distorsione dell'1,5% all'infinito e del 5% alle brevi distanze (una scatola di scarpe diventa un panettone), ma oggi basta un click in postproduzione e passa la paura. Cambiano i tempi e devono cambiare anche i metri di giudizio, alcuni difetti sono facilmente rimediabili quindi è come se non esistessero più, altri no, però le cose vanno dette. La distanza minima di messa a fuoco è molto buona ed allineata a quella della concorrenza (25cm). La resa del Nikon Nikkor AF-S 28/1.8 G è globalmente gradevole e brillante anche se quest'ottica dà il meglio di sé nelle situazioni dove si sfruttano i diaframmi più aperti in modo da avere ampie aree fuori fuoco.

Usando i diaframmi più aperti si verificano immediatamente le possibilità del 28/1.8 anche in pieno giorno. Coi moderni sensori non serve comprare un'ottica così luminosa solo per fotografare con poca luce, ma per il totale controllo della profondità di campo.

Conclusioni.
Il Nikon Nikkor AF-S 28/1.8 G è senz'altro ottimo e vale il suo prezzo (alto) quindi, se vi serve un obiettivo di quella lunghezza focale e pensate di sfruttare in pieno le possibilità offerte dalla massima apertura, è senz'altro un acquisto consigliabile. Non lo consiglio, invece, a chi pensa di adoperarlo in situazioni generiche di ripresa ai diaframmi intermedi o chiusi, vale a dire non adoperandolo mai per il suo pregio principale: il controllo dello sfocato. Per un uso generico il 28/2.8 è molto più economico, va altrettanto bene e la sua luminosità di F/2.8 - una volta riservata ai grandangolari standard - può essere ritenuta oggi eccellente grazie alla qualità degli attuali sensori (basta pensare alle possibilità di un sensore come quello della Nikon D800 provata di recente e si potrà capire come, con F/2.8, si possa scattare praticamente al buio con una resa strabiliante e non serva guadagnare poco più di uno stop spendendo 700 Euro anziché 300).

Rino Giardiello © 10/2012
Riproduzione Riservata

Nota.
Su alcuni siti web americani ho letto che il Nikon Nikkor AF-S 28/1.8 G ha problemi di "Focus Shift", ossia lo spostamento del piano di messa a fuoco cambiando valore di diaframma in manuale. Non sono riuscito a riprodurre il difetto sull'esemplare del mio test per cui il problema potrebbe essere limitato, tuttavia consiglio di fare qualche prova prima di procedere all'acquisto. Però ho avuto un problema isolato di messa a fuoco in AF:

Il dettaglio pubblicato è al 100% mentre nel riquadro piccolo si può vedere la foto intera. A tutta apertura la profondità di campo è inesistente, caratteristica che può essere sfruttata a nostro vantaggio per isolare un dettaglio dallo sfondo, motivo per cui vale la pena comprare un'ottica così luminosa. Nelle mie intenzioni, però, l'oggetto a fuoco doveva essere lo spinotto di alimentazione del computer e, nonostante abbia effettuato più scatti allo stesso soggetto con diversi corpi Nikon sia APS-C che Full Frame, non sono mai riuscito ad ottenere la perfetta messa a fuoco dello spinotto. Le stesse reflex, con altri obiettivi, hanno focheggiato perfettamente per cui il difetto è da attribuirsi all'obiettivo, ma - purtroppo - non ho modo di fare verifiche con altri esemplari e mi limito a segnalare quanto rilevato e, ovviamente, per l'esemplare in prova. E' d'obbligo sottolineare che questo caso è stato l'unico in cui non sono riuscito ad ottenere una perfetta messa a fuoco perché tutte le altre foto del test sono ineccepibili.

Sopra: con altri obiettivi sugli stessi corpi, pur scattando con angolazioni leggermente diverse, lo spinotto è sempre venuto perfettamente a fuoco anche a tutta apertura (crop 100%).

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