NIKON A TELEMETRO
Una classificazione
Pierpaolo Ghisetti, maggio 2021

Il sistema Nikon a telemetro mi ha sempre notevolmente affascinato, forse anche per la sua dichiarata derivazione dal sistema Zeiss Contax, cui sono sempre stato affezionato, tanto da dedicare alle macchine e obiettivi nipponici un libro, che rimane l'unico in lingua italiana su questo argomento. Ripercorriamo qui la storia del sistema, attraverso le sue fotocamere, con indicazioni di base sulla produzione e le caratteristiche.

La Nippon Kogaku era una società ottico-meccanica che operava già dagli inizi del Novecento, con forniture dirette anche alla Marina Militare. Nel primo dopoguerra, con l'occupazione americana, durata poi sino al 1951, sembrò conveniente a molte industrie convertirsi alla costruzione di apparecchi fotografici. Questa rinascita dell'industria nipponica era favorita in molti modi dal Governo di occupazione americano, in quanto si trovava conveniente che il Giappone riuscisse a pagare con merci proprie i prodotti che gli USA esportavano nel Giappone occupato, alimenti compresi. Si è trattato pertanto di una necessità economica-commerciale scaturita dalla distruzione pressoché totale del Giappone e dalla perdita delle colonie in Corea e in Manciuria. In pratica tutto veniva importato dagli USA.

Nikon a telemetro © Pierpaolo Ghisetti

Già nel 1946 furono realizzati alcuni prototipi, prendendo come base la Zeiss Ikon Contax II per la cassa e l'otturatore a tendina tipo Leica, in quanto quello a saracinesca della Contax era troppo complesso e fondamentalmente fragile. Del resto già prima della guerra la Nippon Kogaku aveva avuto rapporti con i tecnici della Zeiss, che si erano recati nel paese per impostare e migliorare le tecniche produttive. Non meraviglia pertanto che anche le ottiche del futuro sistema a telemetro siano state impostate sul modello Zeiss, e forse su questa scelta, per differenziarsi, ha pesato il fatto che la società Canon, diretta concorrente, aveva scelto la Leica come prototipo costruttivo.  Esistono infatti alcuni prototipi della nuova fotocamera Nikon con innesto a vite 39x1m, ma alla fine fu scelta la baionetta Contax, in versione leggermente diversa, ma compatibile col sistema tedesco. Il progetto fu terminato nel 1946. Da notare che e MIOJ, che talvolta si trova su macchine e obiettivi significa Made In Occupaied Japan.

NIKON UNO
La produzione iniziò effettivamente nel marzo del 1948, con pochissimi esemplari completati per continuare poi sino all'agosto del 1949, per complessivi 759 pezzi, più 21 prototipi di prova. Secondo alcuni archivi 90 macchine non passarono l'ispezione di prova finale, e forse furono distrutte. Poiché un numero imprecisato di Nikon 1 furono successivamente modificate nel modello M, è probabile che in tutto siano rimaste 450 esemplari del primo modello. Il formato era di 24x32mm, (detto anche Nippon size), non era presente sincro flash, senza autoscatto (che compariva in alcuni prototipi), avanzamento tramite bottone, tempo massimo di 1/500 di sec, peso di 650g. Venduta solo in Giappone, in quanto il formato non era compatibile con la pellicola Kodachrome. Immediatamente riconoscibile per le due finestrelle frontali identiche. Macchina storica e madrina di tutte le fotocamere marcate Nikon.

Nikon a telemetro © Pierpaolo Ghisetti

Nikon a telemetro © Pierpaolo Ghisetti

NIKON M
Il modello M viene immediatamente identificato dalla lettera che precede il numero di matricola, caso unico nella famiglia. Identifica il formato della pellicola 24x34m, ovvero Medium tra il primo e il classico 24x36m. Identica al modello I tranne appunto nel formato e nel rocchetto portapellicola, più pratico. Costruita tra il 1949 e il 1951. 1600 pezzi senza presa sincro e 1642 con presa sincro, denominate talvolta in modo improprio MS. Peso 660/680g, a causa di piccole varianti interne nella produzione.

Nikon a telemetro © Pierpaolo Ghisetti

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NIKON S
Questo modello fu il primo per l'esportazione e si identifica per le due prese sincro sul lato destro del corpo macchina. Identica al modello precedente, anche nel formato 24x34m,  tranne per la mancanza della lettera M: prodotta dal 1951 al 1955. Peso 650g. Pulsante di scatto dotato di filettatura per flessibile. Solo i primi 200 (forse 100, vedi nota a fine articolo) esemplari portano l'incisione MIOJ, in quanto la fine del trattato di occupazione del Giappone finì l'8/9 1951. Numero di serie a 8 cifre. Anche nera e dummy, rarissime. Produzione di oltre 56.000 esemplari, il che dimostra un assestamento dell'apparato produttivo.

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NIKON S2
La macchina della svolta produttiva e tecnica: la Nikon S2, prodotta dal 1955 al 1958 (dopo una gestazione di 18 mesi) in quasi 57.000 esemplari, la più prodotta del sistema. La S2 è un modello totalmente diverso dai precedenti e presentava diverse innovazioni. Prima macchina nipponica con leva di carica (mai apparsa sugli apparecchi Contax), levetta di riavvolgimento, mirino con ingrandimento 1:1, tempo massimo di 1/1000 di sec, scala dei tempi internazionale, peso ridotto a 540g. Finalmente col formato pellicola 24x36mm. Rivestimento in vulcanite, e circa 1100 esemplari in finitura nera, la prima Nikon ad essere disponibile di serie in questa finitura, sia con ghiera dei tempi nera o cromata.
Riconoscibile per le due finestrelle asimmetriche. Essendo la Nikon a telemetro più prodotta, la S2 presenta diverse variazioni produttive. La S2E è la versione sperimentale dotata di motore: 5/6 esemplari certificati.

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NIKON SP
Introdotta nel settembre del 1957, il modello Nikon SP rappresenta l'apice delle macchine a telemetro Nikon. Si tratta di una evoluzione spinta dei modelli precedenti: doppio mirino per le focali 28-35-50-85-105-135mm. Le cornicette grandangolari sono in un piccolo mirino sulla sinistra, mentre le rimanenti si inseriscono progressivamente, grazie ad un selettore posto sul carter superiore. Otturatore ridisegnato con selettore dei tempi non rotante, contafotogrammi automatico e innesto per il motore. Peso di 580g. Lotti assegnati pari a 32.000 pezzi, prodotte 22.000 fotocamere circa, per soli 18 mesi in tutto. Disponibile da subito anche in versione nera. Dopo le prime 14000 fotocamere la tendina dell'otturatore fu sostituita da quella classica in stoffa a quella in titanio. Esistono almeno 2 prototipi dotati di mirino zoom. La Nikon F (maggio 1959) deriva direttamente da questo apparecchio, con un diverso sistema di visione. Inconfondibile grazie al grande ed allungato mirino frontale.

Nikon a telemetro © Pierpaolo Ghisetti

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NIKON SP LIMITED EDITION
Una riedizione del 2005 in versione nera con il Nikkor 35/1,8, black front rim, obiettivo molto valido, accompagnato dal suo paraluce dedicato. Si calcola una produzione di circa 2500 esemplari, numerati da 0001 a 2500, ma non è detto che siano stati tutti realizzati. Prezzo molto elevato.

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NIKON S3
La versione, apparentemente economica della Nikon SP, con un mirino semplificato con sole 3 cornicette, per il resto le macchine sono identiche, compreso la possibilità d'innesto del motore S-36. Nel mirino compaiono le cornicette relative alle focali 35-50-105mm.
Presentata nel settembre del 1957, prodotta sino al 1960 in 12.300 esemplari, più i 2000 neri per le Olimpiadi, vedi sotto.
Dopo una prima serie (macchine nere e cromate) equipaggiata con tendine in stoffa, la S3 fu fornita di otturatore con tendine al titanio, contemporaneamente alla Nikon F. La maggior parte delle 2000 S3 nere presentate per le Olimpiadi di Tokyo del 1964 possiedono appunto le tendine al titanio. Le S3 Olympic partono dal nr6320001. I numeri vanno oltre i 2000 pezzi: in questo caso è difficile definire se sono state costruite più di 2000 esemplari o qualche numero è stato saltato. Questa versione, che non riporta alcuna scritta particolare, non fu mai offerta sul mercato occidentale, ma prodotta solo per i reporter nipponici.

Grazie al mirino semplificato la S3 possiede rispetto alla SP il manettino di riavvolgimento in un unico pezzo, al posto dei 3 pezzi del manettino della SP, più complesso e più delicato meccanicamente.
Nelle intenzioni della Nippon Kogaku la S3 doveva essere una macchina economica, (60$ meno della SP), ma in realtà si tratta di una macchina più razionale e di uso più immediato rispetto alla SP, il cui mirino, troppo complesso ed anche sdoppiato, porta ad una certa confusione operativa.
La S3 rimane la nostra Nikon a telemetro preferita, per immediatezza d'uso e praticità.

Nikon a telemetro © Pierpaolo Ghisetti

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S3 Milllennium
Annunciata nel febbraio del 2000, la Nikon S3 Millennium replica la progenitrice del 1958, con tendina in stoffa. La versione cromata (in una scatola copia dell'originale) differisce dalla progenitrice per: anelli portacinghia in acciaio, reminder pellicola in ISO e non in ASA, misure in metri e non in feet. Fornita con Nikkor 50/1,4. La verniciatura della versione nera è leggermente diversa dall'originale d'epoca, in quanto utilizza una tecnologia più moderna. Non definito il numero degli esemplari prodotti. Nota personale: bellissima fotocamera con un obiettivo di classe superiore grazie alla nuova tecnologia dei vetri ottici.

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Nikon S4
Prodotta nel 1959 per un solo anno, in poco meno di 6000 esemplari, la Nikon S4 rappresenta la versione economica della S3, con queste caratteristiche: mirino con solo 2 cornicette, 50 e 105mm, nessun innesto motore, contafotogrammi ad azzeramento manuale, senza autoscatto. Tendina solo in tela gommata. La contemporanea presenza delle Nikon SP e S3 e la presentazione della Nikon F, relegarono la S4 in un ruolo marginale: rifiutata dall'importatore USA, fu venduta esclusivamente in Giappone. Solo cromata con peso di 520g. Venduta talvolta nei negozi PX, per le truppe americane di stanza in Giappone, e attraverso questo canale molte arrivarono in USA. La S4 rimane l'ultima macchina a telemetro pieno formato della Nippon Kogaku.

Nikon a telemetro © Pierpaolo Ghisetti

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Nikon S3 M – HF
Unica macchina a telemetro della Nippon Kogaku per il mezzo formato 18x24mm, fu costruita nel 1960 in 195 pezzi ufficiali (prodotte realmente forse la metà), con predisposizione per il motore. Peso di 570g.   Nere e cromate. Tre cornicette nel mirino come la S3, da cui derivava in tutto, tranne appunto nel formato. Il contafotogrammi arrivava sino a 72. Tendina in tessuto gommato. Come la Leica 72 anche questa fotocamera appare realizzata più per ordini speciali che per il pubblico generico. La Olympus Pen, unica macchina mezzo formato veramente dedicata ad un pubblico generico, col suo grande sistema di corpi ed ottiche, vedrà un successo effimero, durato solo per un breve periodo.
La Nikon HF per la sua rarità ha raggiunto quotazioni stellari.

Nikon a telemetro © Pierpaolo Ghisetti

Alcune considerazioni pratiche e attuali:
Il sistema Nikon a telemetro è molto bello, e pur non possedendo la pretesa come Leica di essere un sistema universale, e quindi senza molti accessori, possiede un bel numero di modelli di fotocamere ed ottiche tale da giustificare ogni evenienza fotografica.
Tralasciando i due modelli più rari e cari, ovvero la Nikon I e la HF, la S2 rappresenta il modello di più facile accesso a questo sistema. La SP ne rappresenta il simbolo, ma il suo doppio mirino, complesso e talvolta confuso, non sempre è adatto a tutti. La S3, a parere di chi scrive, è il modello perfetto, con un mirino a 3 cornicette, adatto per un piccolo sistema: un corpo e tre ottiche ben spaziate. Infine le 2 riedizioni, unico modo per possedere una Nikon a telemetro nuova: la SP col suo magnifico 35/1,8 è molto cara, mentre la S3 Millennium è perfetta per ritrovare il sapore del tempo perduto. Di alto livello il Nikkor 50/1,4.
Per tutte le macchine d'epoca si pone un controllo accurato del telemetro, punto debole della costruzione meccanica, altrimenti molto buona. Purtroppo l'argentatura dell'epoca (probabilmente eseguita con percentuale bassa di argento) è spesso sbiadita ed opaca, vanificando pertanto la messa a fuoco. In ogni caso la bella Nikon S3 Millennium può sopperire ad eventuali manchevolezze degli apparecchi d'epoca.

Nota:
La produzione effettiva del numero di esemplari all'interno dello stesso modello pone alcuni interrogativi, che al tempo di Nikon Story mi apparvero subito chiari e di cui parlai per lettera con Robert Rotoloni, esperto americano ed autore di 2 libri sull'argomento. In definitiva la Nippon Kogaku assegnava i numeri di un determinato lotto (esempio 500 numeri assegnati) ma poi da diversi dati incrociati appare chiaro che all'interno di questo lotto non tutte le macchine venivano fornite, o addirittura solo alcune. Per cui delle 500 macchine teoriche al limite possono essere state prodotte solo poche decine di esemplari oppure tutte e 500. Questo porta a numeri di lotto e di totali estremamente indicativi se non del tutto fasulli, spesso solo per induzione e di conseguenza soggetti a revisione successiva, con ritrovamenti casuali. Inoltre occorre anche segnalare che specie nei primi 3 modelli vi era la pratica dei cambiamenti progressivi (stile Leica), per cui spesso si ritrovano macchine con caratteristiche incrociate con altri modelli. Da ciò deriva che i dati produttivi di questo primissimo e pionieristico periodo vanno presi con le dovute cautele.

Nikon a telemetro © Pierpaolo Ghisetti

Pierpaolo Ghisetti © 05/2021
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