VECCHI OBIETTIVI ZEISS JENA PER PENTACON SIX CONTRO MODERNI ZEISS PER HASSELBLAD
Rino Giardiello, febbraio 1999

Diciamolo subito: gli anni non passano invano neanche per gli ottimi obiettivi Zeiss ed un confronto del genere non era neanche da proporre. Non aspettatevi da questo articolo rivelazioni del tipo "i vecchi Zeiss battono quelli nuovi". Poiché, però, ci piace scavare a fondo nelle cose e "toccare con mano" le differenze evitando di dare ascolto ai luoghi comuni ed alle leggende metropolitane, abbiamo voluto ugualmente fare questo test per cercare di valutarle nel modo più obiettivo possibile. Grazie ad una lunga pratica di molti decenni con le medioformato in oggetto, il test non si è limitato ad un rullino e via ma a centinaia di scatti effettuati nelle situazioni più disparate, a volte favorevoli a volte no, spesso con un'altra medioformato "illustre" come termine di paragone (Zenza, Pentax e Mamiya non sono affatto da sottovalutare).

Nella globalità i vecchi Zeiss Jena si difendono bene, anzi, benissimo, ma non vanno tutti ugualmente bene: i primi esemplari, quelli cromati spesso privi di trattamento MC, sono ormai obiettivi "vecchi". Sono Zeiss e la qualità è perlomeno decente, vanno benissimo per provare l'emozione del medioformato, ma non illudiamoci di avere tra le mani uno strumento professionale soprattutto col colore. Con gli ultimi esemplari (quelli neri con la MC rossa) le cose cambiano: la resa sul colore è ottima e le dia scattate con una Pentacon Six quasi non si distinguono da quelle scattate con l'Hasselblad ed a volte prevalgono su Zenza e Mamiya.

Nella foto: il porto di Pescara in una giornata terribile (notate i nuvoloni che stavano arrivando alle mie spalle). Obiettivo 50/4 Flektogon. La visione sul monitor mortifica la qualità della dia originale.

LE OTTICHE UNA PER UNA
Nota Bene: i giudizi sono riferiti SEMPRE all'ultima serie di obiettivi Carl Zeiss Jena con MC rossa e mai ai corrispondenti obiettivi marcati Pentacon. Il test della fotocamera 6x6 che li può montare, la Pentacon Six, si trova qui.

Carl Zeiss Jena 50/4 Flektogon - Un grandangolare superbo: la nitidezza non sfigura affianco a quella del corrispondente Zeiss per Hasselblad e la resa cromatica ed il trattamento antiriflessi sono davvero ottimi, superiori a quelli dei concorrenti Made in Japan e Urss soprattutto per la correzione della distorsione (incredibilmente alta nel caso del 50mm Mamiya) e l'assenza di vignettatura. I colori in diapositiva sono sempre saturi e brillanti.

Carl Zeiss Jena 80/2.8 Biometar - È il piccolo "normale" della Pentacon Six e l'unico "scivolone" del vecchio corredo. La sua resa è modesta, i colori meno saturi di quelli degli altri obiettivi Zeiss ed il trattamento antiriflessi è mediocre. Persino l'80/2.8 della Kiev 60 lo supera, ed il confronto con il Planar dell'Hasselblad non regge (ma neanche con i "normali" delle altre marche).

Carl Zeiss Jena 120/2.8 Biometar - Forse è l'ottica meno convincente del gruppo se escludiamo l'80/2.8. L'obiettivo è ben corretto per distorsione e vignettatura, ma i colori non sono saturi come i corrispondenti obiettivi Hasselblad, Zenza, Pentax e Mamiya. La risoluzione è più che sufficiente, ma è il contrasto (basso) che mortifica la resa di questo obiettivo soprattutto col colore: riesce a fare bella figura solo nei confronti del 150/2.8 sovietico, dotato di una notevole risoluzione ma di una ancora più scarsa saturazione dei colori e dotato di un trattamento antiriflessi poco efficace.

Carl Zeiss Jena 180/2.8 Sonnar - È il mitico "Olympia Sonnar" progettato appositamente per le olimpiadi di Berlino e si fa valere. La resa è ottima sotto tutti i punti di vista, risolvenza, resa cromatica, correzione dalle aberrazioni e le differenze vanno cercate col lentino. Insomma, un bel mediotele luminoso da non perdere e che non sfigura affatto a confronto dei "giovani rampanti" che, soprattutto a tutta apertura, non offrono di più.

Carl Zeiss Jena 300/4 Sonnar - Non è eccezionale come il 180/2.8 ma è un obiettivo che può ancora dire la sua. La resa cromatica è talmente piacevole che riesce far sembrare migliori le prestazioni globali persino se adoperato sul 24x36 (un bel tele così luminoso per così poco, dove lo trovate?). Peso ed ingombro si cominciano a fare sentire.

Pentacon 500/5.6 - È l'unico obiettivo non Carl Zeiss del gruppo: era progettato e prodotto dalla stessa Pentacon che aveva in catalogo anche un altro 300/4 più economico del Sonnar e più che dignitoso come resa. È un obiettivo onesto a tutta apertura (ma nulla di più), diventa molto buono diaframmato ad F/8 o F/11 ma le sue dimensioni (un vero e proprio "tubo da stufa") scoraggiano chiunque a portarselo dietro (anche se conosco una persona che se lo porta in spalla senza problemi nella faretra fornita a corredo).

Ancora il 50/4 Flektogon. Incredibile l'assenza di vignettatura e distorsione di quest'obiettivo dallo schema ottico così "stagionato".

Carl Zeiss Jena 50/4 Flektogon: un grandangolare superbo. La nitidezza non sfigura affianco a quella del suo discendente. Diciamo che con gli Zeiss Jena 50/4 e 180/2.8, completati dall'80/2.8 MC Volna per Kiev 60, vi potete davvero divertire.

Le differenze con obiettivi più moderni e molto (ma davvero MOLTO) più costosi, vanno cercate con cura e le può rilevare solo una persona molto esperta, e solo in una situazione di confronto diretto. Viste da sole le dia sono eccellenti e sfido chiunque a capire che sono state scattate con ottiche che costano poche centinaia di migliaia di lire.

Il problema maggiore è quello di trovare un corpo ben funzionante per questi obiettivi: le Pentacon Six hanno sempre avuto dei problemi al trascinamento e le loro copie sovietiche, le Kiev 60 (compatibili in tutto), lo sono anche in questo (in fondo unico) difetto.

Rino Giardiello © 02/1999
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