SIGMA 18-200mm F3.5-6.3 DC MACRO OS HSM
Prova sul campo del nuovo zoom compatto di Sigma

Rino Giardiello, settembre 2015

Anche il Sigma 18-200 "Contemporary" oggetto del nostro test segue la tradizione della maggior parte dei fabbricanti di aggiungere al nome una lunga serie di sigle che, per quanto abbiano ciascuna un preciso significato, di fatto risultano incomprensibili alla maggior parte delle persone; anzi, a volte si rimane con il dubbio che una sigla al posto di un’altra sia semplicemente sinonimo di maggiore o minore qualità, visto che in passato si usava aggiungere solo una sigla per distinguere la serie “normale” da quella “professionale”, e tanto bastava.

Tornando al nostro Sigma 18-200, le sigle che lo accompagnano sono:

Sul barilotto è in bella evidenza la lettera "C" che sta per “Contemporary”, una serie standard di maggiore qualità particolarmente compatta e leggera, adatta ad un uso generico.

In mano.
Il Sigma 18-200 è tra gli zoom più piccoli e leggeri che mi sia capitato di tenere in mano di recente e mi ha ricordato molto il vecchio 24-105 Minolta - nato per la pellicola - che era davvero minuscolo e leggerissimo. Ma dentro il piccolo barilotto in policarbonato ci sono delle lenti asferiche doppie che forniscono prestazioni adeguate ai moderni sensori APS-C. Lo zoom ha un diametro di 4.6mm minore di quello del precedente 18-200 ed è dell’11% più piccolo. L’impressione di qualità e l’assemblaggio delle varie parti è buona e l’impressione, in relazione al prezzo, è più che positiva. La baionetta è in metallo (ottone cromato).

Davvero impressionante l'escursione focale da 18 a 200mm. Nelle due foto è anche possibile notare il cambiamento di segno della distorsione, da barilotto a cuscinetto.

Sul campo.
Molto corto a 18mm, lo zoom raddoppia la sua lunghezza a 200mm ma è comunque molto comodo da usare e non sbilancia la reflex vista la leggerezza del tutto. L’autofocus è veloce, preciso e silenzioso, viceversa non ho trovato molto agevole mettere a fuoco manualmente, vuoi anche per la scarsa luminosità. Purtroppo la ghiera di messa a fuoco manuale ruota durante la focheggiatura AF ma, cosa ottima, non ruota anche la parte frontale dove si innestano i filtri, cosa che agevola l'uso di quelli che hanno una "direzione" come, per esempio, il polarizzatore. La cosa migliore di questo zoom è la resa buona e costante lungo tutto il range di focali, in particolare potendolo usare ad F/8. Di solito la resa degli zoom similari diminuisce man mano che si va verso la focale più lunga, ma non è così per il piccolo Sigma che non mostra alcuna differenza di resa nelle foto scattate alle due focali estreme. Il diaframma circolare aiuta a rendere abbastanza gradevole lo sfocato, ma non aspettatevi comunque miracoli da un superzoom!

A 50mm, anche a tutta apertura, la resa è davvero buona. Cliccare sulla foto per vedere il file grande.

Stabilizzazione.
Per molti sistemi come Nikon e Canon, sprovvisti di stabilizzazione nei corpi, la stabilizzazione nell’obiettivo è fondamentale ed il Sigma 18-200 fa la sua parte in maniera eccellente portando ad un guadagno di almeno 3 stop ma, ovviamente, molto dipende anche dalla mano del fotografo.

Distorsione e vignettatura.
Anche se ormai non sono quasi più un problema perché sono tra i difetti più facilmente risolvibili in post produzione, il Sigma 18-200 si comporta nella norma per la distorsione - da barilotto a cuscinetto ai due estremi - e molto bene per la vignettatura, visibile solo a tutta apertura. Diaframmando di un paio di stop diventa inavvertibile nell’uso comune. Chi è abituato a lavorare sulle immagini con un programma di fotoritocco, avrà le correzioni a portata di mano.

Aberrazione cromatica.
E’ estremamente variabile a seconda della lunghezza focale e del diaframma impostato, ma devo dire che è meno critica di altri obiettivi da me provati. La situazione peggiore è ai bordi estremi a 18mm ma, come si vede nell’esempio, è molto ridotta ed è eliminabile del tutto in post produzione.

Particolare al 100% dell'angolo in alto a destra di un punto critico a 18mm. L'aberrazione cromatica è davvero poca e basta un click in un programma di fotoritocco per eliminarla (a destra).

Riflessi.
Lo zoom viene fornito di paraluce a petalo per proteggere la lente frontale dalle luci di taglio ma devo dire, avendolo provato anche senza, che i riflessi sono decisamente sotto controllo, di sicuro anche grazie alle ridotte dimensioni della lente frontale; alcuni obiettivi blasonati ma più luminosi, durante lo stesso test, si sono comportati peggio. Stranamente i risultati peggiori non si hanno alla focale più corta ma intorno ai 100mm, che sono la lunghezza focale più critica per questo zoom. Come già mi è capitato di rilevare con altri zoom provati di recente, non sono tanto le luci di taglio a dare fastidio all’obiettivo ma le forti luminosità diffuse fuori campo, situazione in cui l’obiettivo tende a velarsi. Cosa interessante nell'uso pratico, le focali estreme sono quelle che soffrono meno di flare.

Macro.
Con un rapporto d'ingrandimento di 1:3 il Sigma può essere quasi considerato un obiettivo macro in piena regola (la maggior parte degli obiettivi macro arriva ad 1:2 ed 1:1). Non è un rapporto d'ingrandimento da record, ma significa che, nell'uso generale per cui l'obiettivo è stato progettato, la massima versatilità è assicurata e non ci si troverà di certo in difficoltà per portare a casa la foto di un fiore o di un particolare. La resa è più che dignitosa e l'autofocus non ha incertezze. Se la macrofotografia di qualità è il vostro principale campo d'interesse fotografico, inutile dire che sia meglio prendere in considerazione l'acquisto di un vero obiettivo macro, ma per le foto di tutti i giorni il Sigma 18-200 va benissimo.

Conclusioni.
La focale 18-200 è senz’altro esaltante anche se non da primato (alcuni concorrenti vanno oltre i 200mm), però il “limite” di escursione focale è ripagato da una resa che i progettisti possono tenere meglio sotto controllo per ottimizzare le prestazioni. Impossibile non pensare ai tempi in cui già gli zoom 3x sembravano eccessivi rispetto ai classici 2x. Sigma, con questo zoom, si è proposta un target ben difficile: è uno zoom non professionale ma non vuole essere un’ottica di basso prezzo e basse prestazioni. Alcuni zoom concorrenti costano molto meno, ma il primo zoom della serie Contemporary cerca di essere un’alternativa un po’ più economica e con migliori prestazioni dei corrispondenti zoom originali. Sicuramente, nel momento in cui scriviamo, il Sigma 18-200 si presenta come il più leggero e compatto zoom con quel range di focali, ma anche come uno dei migliori. Le immagini sono naturali e gradevoli per cui, senza andare a cercare il pelo nell’uovo controllando la risolvenza al 100% su un buon monitor (non è lo scopo per cui si compra un super zoom), la resa sarà sempre soddisfacente. Ovviamente è fondamentale chiarire che non lo sarà se ci si aspetta delle performance pari alle ottiche fisse o lo si confronta con zoom ben più costosi dalla ridotta escursione focale: uno zoom 18-200 non può fare miracoli e, soprattutto, i miracoli hanno un prezzo ben diverso.

Rino Giardiello © 09/2015
Riproduzione Riservata

Tutte le foto dell'articolo non sono postprodotte tranne questa: un'aggiustatina ai livelli, un po' di maschera di contrasto ed un taglio deciso del brutto terrazzo in basso simulando il formato panoramico 16:9.

PRO

CONTRO




Specifiche tecniche.
Schema ottico: 16 elementi in 13 gruppi
Apertura minima: F/22
Diametro filtri: 62mm
Angolo di ripresa: 76.5° - 8.1°
Distanza di messa a fuoco minima: 39cm
Dimensioni (Diametro x Lunghezza): 70.7mm x 86mm
Lamelle: 7 (diaframma circolare)
Rapporto massimo d'ingrandimento: 1:3
Peso: 430g
Paraluce: (LH676-01) incluso