NON CHIAMATELO IL FRATELLO POVERO!
Il Sigma 24/3.5 ha numerose frecce al proprio arco
e non sfigura affatto rispetto ai fratelli più luminosi
Rino Giardiello, novembre 2022

Quando Sigma ha messo in commercio il piccolissimo grandangolare 24mm F/3.5 dell’ottima “Serie I” (vedi test completo su Nadir e YouTube), una serie compatta ma con le rifiniture di gran pregio ed un rapporto qualità/prezzo elevatissimo, moltissimi fotografi l’hanno guardato con aria di superiorità.

Sigma 24mm F3.5 DG DN C

Il commento più ricorrente era “Sì, è carino, piccolo, leggero, costa poco, ma è solo F/3.5. A che serve un obiettivo F/3.5 quando c’è a disposizione, della stessa serie, il Sigma 24mm F/2 che costa poco di più?”.

Per non parlare del ritornello “Si sa che gli obiettivi meno luminosi sono meno buoni di quelli più luminosi”. Provate a spiegare a queste persone che, spesso, i vari fabbricanti hanno differenziato per motivi puramente commerciali due linee di obiettivi, quelli ottimi, grandi, pesanti, costosi, professionali e luminosi da quelli piccoli, leggeri, poco luminosi, dalle prestazioni modeste e dal prezzo basso. E’ il prezzo che fa la differenza qualitativa, non la luminosità, anzi, una lente di grande diametro porta con sé un sacco di aberrazioni e problemi, motivo per cui servono altre lenti per correggerli, è più difficile realizzarle ed i costi salgono tantissimo per mantenere la qualità pari a quella di un obiettivo di un solo stop meno luminoso. La scelta dei fabbricanti, come dicevo, è stata puramente commerciale (“Quello meno luminoso facciamolo ben più economico e di minore qualità per i fotoamatori meno esigenti”). Pregiudizi e luoghi comuni difficili da far superare dopo anni di obiettivi poco luminosi ed economici contrapposti ad obiettivi luminosi e costosi, ma molti ricorderanno che, ai tempi dell'analogico, per mantenere le dimensioni compatte, la Zeiss fece un ottimo zoom 80-200 che era F/4 quando la concorrenza faceva dei grandi e pesanti zoom similari F/2.8 le cui grandi lenti frontali si velavano con estrema facilità.

Architettura con il Sigma 24/3.5 DG DN C

Il Sigma 24/3.5 serie I si trova mediamente sui 500 Euro con piccole differenze a seconda degli attacchi, il Sigma 24/2 serie I sui 600 Euro ed il nuovissimo Sigma 24/1.4 della serie Art sugli 850 Euro. In effetti la differenza tra il 24 F/3.5 ed il fratello F/2 si aggira, a seconda dei negozi e degli attacchi (Sony E-Mount o Panasonic, Sigma, Leica L-Mount), sui 100 Euro, mentre la differenza con il 24/1.4 Art è ben più considerevole (sui 350 Euro), ma sono anche ben più considerevoli peso e dimensioni e siamo saliti di categoria: gli Art sono oggi la massima espressione di qualità ottica in casa Sigma e competono con i migliori obiettivi originali che costano il doppio e spesso non offrono di più.

Sigma 24mm F3.5 DG DN C

I tre Sigma 24mm a confronto. Le dimensioni sono in perfetta scala.

“Ancora non capisco, perché dovrei comprare il 24/3.5 per soli 100 Euro in meno rispetto al 24/2”.

Perché è più piccolo e leggero, una meraviglia da portare sempre con sé abbinato ad un corpo minuscolo come quello della Sigma fp o fp L, senza rinunciare a nulla dal punto di vista della qualità ottica: ecco perché costano quasi uguale. La qualità è la stessa (molto elevata) e la minore luminosità è servita a contenere peso e dimensioni: fondamentalmente dovrebbero costare lo stesso. Comodo per le foto, ma anche per le videoriprese: tenerlo stabilizzato su un gimball è un gioco da ragazzi. Se fosse più scadente del 24mm F/2, oltre che meno luminoso, costerebbe la metà. Il Sigma 24/3.5 è stato l’obiettivo scelto da Marco Sitzia per partecipare al raduno di Moto Guzzi proprio per le sue piccole dimensioni e grande qualità.

Sigma 24mm F3.5 DG DN C

Una delle tante foto che accompagnano il raduno Moto Guzzi. Un articolo da non perdere anche per il bel racconto scritto da Marco Sitzia.

I test MTF confermano quanto ho appena detto. Mettendo a confronto i test MTF del Sigma 24/3.5 con quelli del 24/2 ed addirittura del nuovissimo 24/1.4 della serie Art, si può notare come le differenze di resa siano minime.

Sigma 24mm F3.5 DG DN C

I test MTF dei tre Sigma 24mm mostrano differenze davvero minime che senz'altro non si noteranno sul campo.

Il Sigma 24/1.4 Art è stratosferico non tanto per la maggiore nitidezza (come abbiamo visto è equivalente a quella degli altri 24mm Sigma), ma per la “sensazione di nitidezza” e di ariosità (dovute alla perfetta correzione delle aberrazioni) che lo pongono su un gradino superiore e lo rendono perfetto anche per la fotografia astronomica. Per un uso non specialistico il 24/3.5 va benissimo e non vi accorgete di averlo nella borsa. La minore luminosità, in situazioni di poca luce come le foto di seguito, viene ampiamente compensata dai sensori delle recenti mirrorless che possono salire di sensibilità senza mostrare troppo rumore.

Sigma 24mm F3.5 DG DN C

Ottimamente mantenuta l'atmosfera notturna nel pub che sembra quasi un quadro di Hopper. Nessuna correzione alla dominante calda dell'illuminazione artificiale. Sigma fp L con Sigma 24/3.5 a F/3.5 1/100 di sec. ISO 5000 a mano libera.

Il piccolo Sigma 24/3.5 DG DN C è in grado di catturare la luce in maniera molto gradevole anche quando è poca e, rispetto ai fratelli più luminosi, crea meno riflessi nel caso di forti luci frontali: le lenti piccole sono più facili da trattare e la minore superficie è meno esposta alla luce laterale.

Sigma 24mm F3.5 DG DN C

Murales a Bari. La forte luce del lampione al centro non ha provocato il minimo riflesso. Sigma fp L con Sigma 24/3.5 a F/3.5 1/30 ISO 6400 a mano libera.

“Ma comunque devo rinunciare alle foto di notte a mano libera?”

E perché mai? Se stiamo parlando di foto urbane, in casa o all’interno di edifici pubblici, nessun problema: dove c’è luce per lavorare, c’è luce per fotografare (vedi mio articolo sulla fotografia industriale). Se volete fare delle foto notturne con le lunghe esposizioni a 100 ISO, dovete comunque usare il treppiedi o trovare un punto di appoggio. Non cambia nulla.

Ho scattato questa foto notturna a mano libera a 6400 ISO, F/3.5 e 1/30 di secondo e la resa è stata ottima: è praticamente come scattata, senza neanche doverla raddrizzare o tagliare (ok, questo è merito del fotografo e non dell’obiettivo, ma il risultato finale delle foto dipende sempre da voi altrimenti non c’è obiettivo, per quanto costoso e blasonato, che tenga). La minima postproduzione di routine e la foto è servita.

Sigma 24mm F3.5 DG DN C

Bari, foto notturna a mano libera. Sigma fp L con Sigma 24/3.5 a F/3.5 1/30 ISO 6400.

Conclusioni
Il Sigma 24mm F/3.5 DG DN C è un piccolo e leggero obiettivo della splendida Serie I che non vi fa rinunciare a nulla sia dal punto di vista della qualità di realizzazione, tutta Made in Japan, che dalla resa ottica. E’ interamente realizzato in metallo, anche il tappo anteriore, magnetico, ed il paraluce. Stupenda la ghiera dei diaframmi "vecchio stile" come per tutti gli obiettivi della Serie I. Non teme il confronto coi fratelli più “importanti” e, nelle mani giuste, ha molto da dare. Se non vi serve assolutamente un obiettivo più luminoso con una profondità di campo ridottissima grazie alla maggiore apertura o al vertice per le prestazioni come il nuovo 24/1.4 Art, è un obiettivo da non sottovalutare e, soprattutto, da non snobbare sostenendo che tutti gli obiettivi meno luminosi vanno sempre peggio (una specie di dogma della fede), raccolgono meno luce quindi creano immagini più brutte e via di seguito con una fantasia che supera i confini della realtà.

Rino Giardiello © 11/2022
Riproduzione Riservata

Sigma 24mm F3.5 DG DN C

A che serve un tele quando si hanno a disposizione i 61Mpx della Sigma fp L? Un SuperCrop quasi al 100% da una inquadratura uguale a quella della foto notturna precedente. Si può notare l'elevatissima nitidezza del Sigma 24/3.5 a F/4.5 1/250 ISO 100 e la buona resa del sensore della Sigma fp L anche in questo ingrandimento esasperato.

Conclusions
The Sigma 24mm F/3.5 DG DN C is a small, lightweight lens from the splendid I-Series that doesn't make you give up anything from the point of view of both quality of manufacture and optics, proudly Made in Japan. It is entirely made of metal, even the magnetic front cap and the lens hood. Stunning and comfortable aperture ring as all I-series lenses. It does not fear comparison with its more expensive brothers and, in the right hands, can make outstanding photos. If you don’t need a faster lens with a very shallow depth of field or the top for all performance like the new 24/1.4 Art, it is a lens not to be underestimated only because it’s “just F/3.5”.

Principali caratteristiche
• Schema ottico: 10 elementi in 8 gruppi, con 1 una lente in vetro SLD e 3 lenti asferiche
• Compatibile con autofocus ad alta velocità
• Innesto a prova di spruzzi e polvere
• Trattamento antiriflessi Super Multi Strato
• Ghiera dei diaframmi
• Compatibile con SIGMA USB DOCK UD-11 (venduto a parte / solo per L-Mount)
• Schema ottico che minimizza flare e immagini fantasma
• Compatibile DMF, AF+MF (solo per innesto Sony E-Mount))
• Messa a fuoco interna
• Ogni singolo obiettivo testato con il sistema MTF "A1", proprietario SIGMA basato su sensore Foveon
• Diaframma rotondo a sette lamelle
• Interamente in metallo con innesto di precisione in ottone

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La sezione di Nadir interamente dedicata a Sigma (fotocamere, obiettivi, accessori, software, trucchi, etc...)
Test Sigma fp, compatta e modulare, la prima fotocamera mirrorless Bayer di Sigma
Test Sigma 105/2.8 Macro DG DN Art
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