TOKINA AT-X 828 AF PRO 80-200 F/2.8
Marco Baracco, giugno 2005

Dopo il test del Canon e del Sigma, un altro zoom lungo di qualità che può vantare l'apertura di F/2.8. Come va a confronto del corrispondente zoom Nikon che costa molto di più?

Nadir Magazine © Test Tokina 80-200 F/2.8

Indubbiamente imponente il Tokina 80-200 F/2.8 su un corpo Nikon D70.

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Il grado di finitura è ottimo e le scale sono ben leggibili.

Nadir Magazine © Test Tokina 80-200 F/2.8

La foto del test. Nel riquadro giallo è evidenziato il balcone del quale si vede il dettaglio nelle immagini seguenti.

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La resa del Tokina a tutta apertura è modesta ed il balzo di qualità ad F/8 è evidente anche se resta un po' al di sotto del Nikon. Altrettanto evidente è la costanza di resa dello zoom Nikon a F/2.8 ed F/8: l'aumento di qualità che si ottiene diaframmando è quasi impercettibile, e questa costanza di resa è fondamentale in un uso professionale e ne giustifica il prezzo più che doppio.

Tutte le foto pubblicate sono state scattate alla focale di 200mm, ma è doveroso sottolineare come la massima resa si abbia intorno ai 135mm.

E' quasi mezzogiorno e sto parlando al telefono da una mezz'ora con il responsabile dell'ufficio marketing della Ditta Asphot di Milano, importatore ufficiale dei prodotti THK, Tokina Hoya Kenko Corporation. Una persona molto gradevole che ha risposto gentilmente alle mie domande da fotografo curioso, illustrandomi particolari utilissimi a capire la filosofia che sta dietro al prodotto di cui parliamo.

Chiacchierando scopro il motivo perché Tokina ha in listino pochi obiettivi; questi rappresentano soltanto il 5% del mercato, mentre la parte del leone è della Hoya; questa produce vetro ottico un po' per tutti e quindi, per filosofia aziendale, costruire obiettivi è quasi un hobby; una gran bella passione, visto che quei pochi obiettivi hanno una sempre una buona qualità a prezzi ragionevolmente contenuti.
Presentato all'inizio del 1996, il Tokina AT-X 828 AF PRO 80-200 f/2.8 possiede alcune caratteristiche che, nella sua categoria, ne fanno uno dei prodotti più convenienti sotto l'aspetto prezzo-prestazioni.

Per fare un confronto ed avere un valido termine di paragone ho affiancato il Tokina AT-X 828 AF PRO 80-200 f/2.8 al Nikon AF-D 80-200/2.8 ED ed i risultati del "povero" Tokina da circa 600 euro hanno superato le aspettative: le foto scattate con i due zoom ai diaframmi centrali (F/5.6 e F/8) alla focale di 135mm sono quasi indistinguibili.
Il Nikon ha dalla sua un leggero microcontrasto in più ed una resa migliore a f/2.8 per nitidezza, oltretutto una resa molto costante a tutti i diaframmi ed a tutte le focali, ma si nota solo in determinate condizioni di luce e per apprezzare le differenze bisogna proprio andarle a cercare; a monitor si evidenziano solo a pixel reali mentre ad ingrandimenti minori sono pressoché irrilevanti. Ben diversa è la situazione a tutta apertura alla massima focale dove il Nikon fa sfoggio di tutta la sua superiorità dovuta al prezzo quasi triplo.

A prima vista
Esteticamente si presenta con un look "pro": verniciatura martellata nera (identica al Nikon) e cerchio dorato vicino alla lente frontale; afferrandolo si percepiscono subito i suoi 1350 grammi di peso e l'impressione è quella di avere a che fare con un vero e proprio carro armato.
Costruito interamente in robusto e spesso metallo, il primo impatto è quello di tenere in mano un oggetto che, prima dell'aggancio alla baionetta, fa sentire la differenza rispetto al peso della macchina, in questo caso un mezzo chilo di Nikon D70.

Ottica
Lo schema ottico è a teleobiettivo, 17 lenti in 11 gruppi, con un paio d'elementi a tecnologia speciale che contribuiscono a mantenere il livello delle aberrazioni nella media a tutte le focali, soprattutto coi diaframmi compresi tra 4 e 11 la correzione è ottima, la vignettatura assente.
Innanzitutto nel gruppo ottico anteriore è compresa una lente in vetro SD (Super Low Dispersion) che riduce sensibilmente l'aberrazione cromatica. Tutto il gruppo si sposta durante la messa a fuoco, ma internamente al barilotto che porta la filettatura per i filtri (77 mm), quindi esternamente non ci sono parti in movimento.
Il gruppo posteriore invece è del tipo FE (Floating Element System) a lenti flottanti e compie degli accomodamenti per correggere l'astigmatismo quando si passa dall'infinito a soggetti ravvicinati.

La resa ottica a tutta apertura è piuttosto morbida, anche al centro del fotogramma, ma non impossibile da usare, soprattutto se non intendiamo ingrandire molto. Chiudendo il diaframma già a f/4 la resa migliora visibilmente e continua a migliorare fino a f/11, dopo di che incomincia a prevalere la diffrazione, ma si nota solo a fortissimi ingrandimenti.
Le nove lamelle con cui è costruito il diaframma contribuiscono a rendere lo sfocato molto gradevole.

Il trattamento antiriflessi è multistrato ed è veramente efficace, la resa dei colori è molto buona. Il flare rimane molto contenuto sino a che la fonte luminosa non compare direttamente nell'inquadratura. Non dobbiamo dimenticare che 17 lenti sono tante ed i riflessi interni divengono visibili in controluce, chi più chi meno, per tutti gli obiettivi.
Il paraluce è circolare, in metallo, con innesto a vite; maneggiandolo emette una risonanza che ricorda vagamente le vecchie gavette d'acciaio 18/8 modello Esercito Italiano.
Se vogliamo cambiare frequentemente filtro, il non avere un paraluce con aggancio rapido risulta abbastanza scomodo, tuttavia la filettatura sull'obiettivo è metallica anche lei e non patisce l'uso intensivo.
L'obiettivo, come la maggioranza dei telezoom, è ben corretto per la distorsione: un po' di cuscinetto si nota solo alla massima focale (circa 2,6% a 200 mm).

Meccanica
Dal punto di vista della costruzione meccanica si tratta di un vero gioiello, totalmente realizzato in metallo, le tolleranze sono minime e non si percepiscono giochi, neppure nella ghiera di messa a fuoco che è dotata del meccanismo "Focus Clutch". In pratica in autofocus permette di sganciare la ghiera dai meccanismi interni e rendere il tutto più leggero, veloce, morbido e silenzioso; gran risparmio anche per la batteria dell'apparecchio.
La messa a fuoco manuale è molto precisa poiché la ghiera ha un'escursione di circa 2/5 di giro, il punto di fuoco all'infinito è a 4 Km, il minimo è ad 1,8 m.
La ghiera zoom si muove con fluidità e si maneggia agevolmente, la sua dimensione è ampia ed il rilievo obliquo in gomma ne permette la rotazione comoda anche con un dito solo.

In mano
Un teleobiettivo, per sua definizione, serve per "vedere lontano", dunque si tende ad usarlo alla focale massima dove, solitamente, il rendimento generale è minore. Nel nostro caso la prova è stata eseguita con la Nikon D70 quindi, a causa delle ridotte dimensioni del sensore, la porzione di scena ripresa a 200 mm equivale a quella di un 300 mm su pellicola. Il fattore d'ingrandimento relativo diventa molto importante soprattutto se vogliamo lavorare a mano libera. Il tempo massimo di scatto non dovrebbe superare 1/300 di secondo, stando alla regola del rapporto tempo-focale. Questo non è un problema se scattiamo in pieno sole, anche ad ISO 200 si può lavorare con coppie tempo-diaframma dell'ordine di 1/500 – f/11, il che non ci crea problemi di mosso fastidioso e ci permette di sfruttare le prestazioni ottiche al massimo.

In condizioni di luce debole ovviamente cambia tutto e si deve fare uso del treppiede. Per questo l'ottica è provvista di un collare con attacco filettato che non si può separare dall'obiettivo, ma che è conformato in maniera da non essere fastidioso quando si lavora a mano libera.
C'è una vite di fissaggio sul lato sinistro, che permette di ruotare il gruppo macchina-obiettivo per inquadrare verticalmente; la base filettata ha i bordi arrotondati ed è poco sporgente, rasente al barilotto e proprio nel baricentro, quindi nessun disturbo per la mano che regge il sistema.

Le modalità del test
Le prove pratiche sono state eseguite con corpo Nikon D70, ISO 200, priorità dei diaframmi, Jpeg Fine L, esposizione matrix, treppiede Manfrotto 719B.
Ho volutamente cercato di fotografare in condizioni di luce poco adatte, in una giornata afosa e ricca di foschia, sia di mattina che al tramonto, per mettere in risalto il comportamento ottico in circostanze limite.

Conclusioni
Ho scattato circa 250 foto per cercare di mettere in evidenza pregi e difetti. Credo che quelle a lato siano eloquenti per quanto l'ottica possa dare.
Tirando le somme si tratta di un obiettivo robusto e pesante, che vale quanto costa ed è sicuramente un acquisto da suggerire al posto dei vari e plasticosi zoom tuttofare 18-300 f/4.5-6.3.

La resa è molto buona alle focali da 80 a 135mm ai diaframmi intermedi, mentre è solo accettabile a tutta apertura ed a 200mm. Avendo esigenze di tipo professionale è il caso di affrontare la spesa maggiore del Nikon AF-D 80-200/2.8 ED, che però costa tra il doppio ed il triplo a seconda dei punti vendita, oppure - ancora meglio - il nuovo AF-S VR 70-200/2.8, un'ottica eccezionale quanto costosa (circa 2000 euro)!
Il nostro Tokina, acquistato usato per poco più di 300 euro, svolge dignitosamente il suo compito e permette, quando serve, di poter usare un telezoom luminoso che lavora abbastanza bene a diaframmi aperti, va molto bene a f/8 ed è sufficientemente corazzato da non temere l'uso intenso in trekking o caccia fotografica in condizioni disagiate. A sostegno della robustezza costruttiva va evidenziato che il Nikon ha il barilotto portante, le ghiere, l'anello dei diaframmi, la filettatura per i filtri ed il paraluce in materiale plastico.
Il Tokina AT-X 828 AF PRO 80-200 f/2.8 montato su robusto treppiede è in grado di soddisfare il 90% delle esigenze da fotoamatore con apprezzabile precisione e qualità, sempre che non si abbia la necessità di usare spesso la massima apertura.

Marco Baracco © 06/2005
Riproduzione Riservata

Nadir Magazine © Test Tokina 80-200 F/2.8

Anche nella piccola jpeg di sopra sono evidenti la minore definizione e la forte vignettatura a F/2.8 rispetto ad F/8 .

Nadir Magazine © Test Tokina 80-200 F/2.8

Meno evidente la diversa resa in caso di controluce (la stessa Nikon non eccelle in questo campo), ma la maggiore desaturazione dell'immagine fornita dal Tokina si nota con facilità. Ricordiamo, però, la forte differenza di prezzo delle due ottiche.