TEST SIGMA 40mm F/1.4 DG HSM ART
Nitidezza e bokeh ai massimi livelli
Rino Giardiello, ottobre 2019

Esistono già il 35/1.4 ed il 50/1.4 della serie Art, quindi perché proporre il Sigma 40mm F/1.4 che si colloca a metà strada ed è della stessa, prestigiosa serie Art? La risposta è semplice: non è un obiettivo dalla resa simile a quella, già ottima, degli altri due. Oltre la nitidezza, alla ricerca del gusto perduto.

Sigma 40mm F/1.4 Art © Rino Giardiello

Il Sigma 40/1.4 segna una svolta all’interno del catalogo Sigma serie Art contraddistinta da una superba qualità che avevo già avuto modo di rilevare nei precedenti test. Gli obiettivi Sigma serie Art sono tutti ottimi, in particolare per il rapporto qualità/prezzo, ma a volte la loro resa può non piacere a causa dell’eccessiva nitidezza che porta ad immagini “dure” e, di conseguenza, ad uno sfocato più “nervoso”. La svolta dei nuovi obiettivi 40 e 105mm è nella “resa antica”, cioè morbida e pastosa pur offrendo la stessa nitidezza degli altri obiettivi serie Art. Della stessa “filosofia” dovrebbero essere anche gli annunciati 28/1.4 (per FF) e 56/1.4 per fotocamere APS-C, ma ne riparleremo quando avrò modo di provarli.

Il Sigma 40mm F/1.4 Art è progettato per coprire i sensori full frame ed è disponibile nelle versioni Nikon F, Canon EF e Sigma SA con le versioni native Sony E e Leica L (la baionetta comune di Leica, Panasonic e delle nuove fotocamere mirrorless Sigma FF, sia Foveon che Bayer).

Sigma 40mm F/1.4 Art © Rino Giardiello

Su una fotocamera full frame, il Sigma 40mm F/1.4 Art offre un campo visivo che è 10 gradi più ampio dell'obiettivo standard 50mm (57 vs 47 gradi) e 7 gradi più stretto rispetto ad un obiettivo 35mm. E’ un’interessante focale intermedia, più vicina a quello che dovrebbe essere il vero “obiettivo normale” visto che la diagonale del pieno formato è di 43mm, che ha da sempre attirato le attenzioni dei produttori ed il gradimento dei fotografi, specialmente quando in versione compatta. Purtroppo il Sigma 40/1.4 Art è tutt’altro che compatto e leggero, superando abbondantemente le già generose dimensioni e peso dei Sigma 35 e 50mm Art. Nella foto sottostante, il 40mm a confronto con il 50mm Art ed il 35mm è ancora più piccolo e leggero.

Dimensioni Sigma 40mm Vs Sigma 50mm

Usato su un sensore APS-C il Sigma 40mm F/1.4 Art offre un campo visivo equivalente a quello di un obiettivo da 60mm e, usato sulla Sigma sd Quattro H, a quello di un 52mm. Grazie alla elevata luminosità, è l’ideale per l'uso in poca luce senza dover salire di sensibilità e per il controllo della profondità di campo e dello sfocato.

Sigma 40mm F/1.4 Art © Rino Giardiello

I colori sono sempre belli, brillanti ma non urlati, e questo significa ottenere un bianconero morbido e pastoso ricco di toni senza virtuosismi in postproduzione. In basso, il dettaglio originale a colori al 100% della stessa foto (cliccare sulle foto per ingrandirle).

Sigma 40mm F/1.4 Art © Rino Giardiello

Per scoprire se le prestazioni ottiche del nuovo 40mm F/1.4 Art lo rendono un degno membro della linea Art di Sigma, l'ho testato su una Sony A7R III e sulla Sigma sd Quattro H, confrontandolo con lo Zeiss 35mm F/1.4 ed i “vecchi” Sigma 35 e 50mm Art.

In mano
Come già detto, il Sigma 40mm F/1.4 Art è decisamente più grande e pesante degli equivalenti obiettivi Sigma Art della precedente generazione con dei generosi filtri da 82mm di diametro anziché 67. E’ molto ben costruito, splendidamente rifinito e conferisce una notevole sensazione di solidità. Il materiale, oltre alle parti in plastica ed in metallo, è il solito, ottimo TSC (“Thermally Stable Composite”, un materiale di sintesi, vedi box a fine articolo) che dovrebbe garantire una maggiore stabilità e durata nel tempo.

Montato su corpi di “normali dimensioni” come la Sigma sd Quattro H o la Nikon D850, si impugna e bilancia bene, mentre risulta scomodo coi corpi super compatti delle mirrorless come la Sony A7R III del test. Molto comoda la ghiera per la messa a fuoco manuale che, quando utilizzata, annulla l’uso dell’AF senza doverlo disattivare con l’apposito selettore.

Il Sigma 40mm F/1.4 Art viene fornito con la consueta borsa protettiva di Sigma e paraluce a petalo.

Sorgenti del Pescara, autunno, sigma 40mm Art

Una panchina alle Sorgenti del Pescara in Abruzzo ed i primi segni dell'autunno. La riduzione per il web fa sembrare alcune foglie bruciate ma, come si può notare dalla schermata dell'ingrandimento al 100% (sotto), non lo sono e ci sono tutti i dettagli anche nelle alte luci. La nitidezza ed il senso di tridimensionalità sono incredibili.

Sorgenti del Pescara, crop. Foto Rino Giardiello ©

Sul campo
Il Sigma 40mm F/1.4 Art ha una resa eccellente al centro ed ai bordi anche a tutta apertura ma, se questa rilevazione non si discosta molto da quella degli ottimi Sigma 35 e 50mm Art, la vera differenza è nella resa delle immagini, cosa impossibile da rendere con le misurazioni strumentali. Le foto scattate con il Sigma 40mm F/1.4 Art sono incredibilmente belle e nitide ma non dure, con uno sfocato pastoso e graduale degno delle ottiche della vecchia scuola. Evitate di fare i confronti osservando, come me, le solite foto ai soliti tetti ingrandite al 100% sul monitor: il Sigma 40mm F/1.4 Art ne uscirebbe comunque vincitore, ma il motivo per preferirlo al 35 ed al 50 (a parte scelte personali sulla lunghezza focale) è la qualità d’immagine globale. Nel mondo reale le foto del Sigma 40mm F/1.4 Art sono “più belle” oltre che più nitide (vedi sottostanti test MTF forniti dalla stessa Sigma).

Sigma 40mm F/1.4 Art © Rino Giardiello

Le aberrazioni cromatiche sono ridotte al minimo e la vignettatura si nota solo a tutta apertura, non molto diversa da quella del 35mm e del 50mm, scompare quasi del tutto ad F/5.6. Le 9 lamelle del diaframma riescono a creare un diaframma praticamente circolare a tutto vantaggio della gradevolezza dello sfocato. La distorsione, a barilotto, è minima oltre che facilmente correggibile in postproduzione nel caso sia necessario sfruttare tutta la copertura del formato full frame (sulla Sony A7R III usata per il test, per esempio) ed è del tutto invisibile sul formato minore APS-H.

Vignettatura Sigma 40mm Art

Ottimo il trattamento antiriflessi e la cosa è ancora più sorprendente visto il grande diametro della lente frontale. L’autofocus è veloce e preciso sui corpi Sigma sd Quattro H e sulla Sony A7R III, ma a volte si possono avere delle imprecisioni con le versioni per Nikon. In tal caso basta effettuare una calibrazione personalizzata con l’apposito “Sigma USB Dock” ed il problema è risolto per sempre (vedi test del Sigma 35/1.4 Art).

Sigma 40mm Art a tutta apertura

Notare differenze sul campo tra il Sigma 40mm F/1.4 Art e lo Zeiss 35/1.4 è molto difficile. Sulla carta ed agli ingrandimenti più spinti vince il Sigma, ma non sono differenze apprezzabili nel mondo reale dove, invece, si può notare una migliore correzione del Sigma per l’aberrazione cromatica (sorprendentemente è facile ritrovare tracce di purple fringing nelle foto scattate con lo Zeiss) ed un maggior senso di pulizia soprattutto coi sensori ad alta risoluzione come quello della Sony A7R III. Il Sigma 40mm F/1.4 Art vince sullo Zeiss anche per l'assenza di curvatura di campo. Esaminando le immagini al 100% le differenze a favore del Sigma balzano agli occhi, soprattutto ai bordi. Niente coma per il Sigma, visibile invece nelle foto scattate con lo Zeiss.

I punti luminosi fuori fuoco del Sigma 40mm F/1.4 Art, le famose “luci dell’albero di Natale”, sono perfetti mentre lo Zeiss mostra una piccola serie di cerchi concentrici (il cosiddetto "sfocato a cipolla"). Il Sigma 40mm F/1.4 Art sembra una prestigiosa ottica di altri tempi (foto Cortesy Sigma Global ©).

Sigma 40mm F/1.4 Art - Bokeh © Sigma Global

Meno evidenti le differenze rispetto ai due fratelli Sigma, ma il 40mm Art è comunque di un altro livello. Non butterei alle ortiche il mio Sigma 50mm Art, obiettivo che adoro ed è di alta qualità, ma lo cambierei volentieri per guadagnare lo sfocato del 40mm che mi ricorda quello dello Zeiss Planar 80mm sull’Hasselblad: altri tempi.

Le massime prestazioni del Sigma 40mm F/1.4 Art si hanno ad F/5.6, ma c’è da dire che, senza andare a confrontare le immagini al 100%, non si notano differenze dalla massima apertura sino ad F/11, diaframma in cui si cominciano a sentire gli effetti della diffrazione e le prestazioni peggiorano.

Sigma 40mm F/1.4 Art © Rino Giardiello

Un suggestivo "Light Painting" realizzato con il Sigma 40mm F/1.4 montato su fotocamera Sigma sd Quattro H. Il senso di tridimensionalità di questo obiettivo è esaltato dal sensore Foveon. Foto ©  Rino Giardiello.

Conclusioni
Il Sigma 40mm F/1.4 Art è un obiettivo standard perfetto per un uso generale. E’ grande e pesante anche rispetto ai suoi fratelli Art (tra 1,2 e 1,3 kg a seconda della montatura), ma la qualità delle immagini non può non fare innamorare. Ribadisco “qualità delle immagini” e non solo per le prestazioni ottiche che sono comunque ai vertici della categoria: nitidissimo anche agli angoli sul full frame, aberrazioni molto contenute, ottimo trattamento antiriflessi ed un gradevolissimo bokeh che fa venir voglia di adoperarlo sempre a F/1.4. Insieme all’accurata protezione dalle intemperie (polvere e schizzi), allo speciale trattamento della lente frontale contro le gocce d’acqua e l’unto, ed alla solida qualità costruttiva, l'obiettivo giustifica il suo prezzo e si pone ai vertici della sua categoria. Purtroppo il Sigma 40/14 Art, come tutti gli obiettivi fissi della serie Art, non è stabilizzato.

Il Sigma 40mm F/1.4 Art fa parte dei nuovi obiettivi previsti per la sostituzione della baionetta (servizio a pagamento) nel caso si desideri cambiare corredo, cosa che ne assicura la longevità.

Rino Giardiello © 10/2019
Riproduzione Riservata

Dimensioni e peso a confronto
Sigma 35/1.4 Art peso 665g | dimensioni 77x94mm
Sigma 40/1.4 Art peso 1200g | dimensioni 87.8x131mm
Sigma 50/1.4 Art peso 815g | dimensioni 85.4x99.9mm

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TSC (Thermally Stable Composite)
Nel progettare un obiettivo è ritenuto essenziale sfruttare le qualità del metallo e del policarbonato. Per la prima volta nella storia dell'industria fotografica il barilotto della nuova serie di obiettivi SIGMA è realizzato col nuovo materiale di sintesi TSC (Thermally Stable Composite) che abbina un minimo allungamento termico a una durezza eccezionale. Inoltre offre, rispetto al policarbonato, una elasticità maggiore del 25%. Data la sua bassa espansione termica, il TSC unito a parti metalliche permette di costruire obiettivi di alta precisione.

Il TSC (Thermally Stable Composite), offre caratteristiche di espansione simili a quelle dell'alluminio. Le parti in TSC si deformano meno e permettono di costruire obiettivi della massima precisione. Confrontato con il policarbonato al 20% di vetro, il materiale di uso più comune, il TSC è di circa il 70% più elastico; confrontato con il policarbonato al 30% di vetro offre una elasticità maggiore del 25%.