ZEISS: STORIA DI UN MITO - 3a PARTE
La seconda guerra mondiale
Agostino Maiello, marzo 1998

Lo scoppio della seconda guerra mondiale portò la conversione ad usi militari di una parte delle capacità produttive della Zeiss, con conseguente rallentamento delle ricerche in ambito ottico. A partire dal 1943, inoltre, la Carl Zeiss di Jena divenne un obiettivo primario nella strategia di bombardamento aereo portata avanti dagli Alleati. I danni furono notevoli, ma non devastanti. Anche Dresda, nonostante fosse una città d'arte, non fu risparmiata, e con essa gli stabilimenti Zeiss Ikon.

A questo punto la storia della Fondazione Zeiss entra in una fase molto complessa. Per una migliore comprensione si ricorda al lettore come, con la fine della guerra (aprile 1945), la Germania fu divisa quattro zone, una sotto il controllo sovietico e tre sotto il controllo degli Alleati (rispettivamente inglese, francese e statunitense).

Dresda, la città sede della Zeiss Ikon e della Fondazione Zeiss, si trovava nella zona di influenza sovietica. Jena, la sede della Carl Zeiss (dove venivano prodotti gli obiettivi), si trovava ad ovest di Dresda, ma ancora nella zona sovietica. Ciò che ha fatto la differenza ai fini storici è che Dresda fu occupata subito dai sovietici, mentre Jena lo fu dagli statunitensi, che solo dopo tre mesi la consegnarono alle truppe di Stalin.

Nell'aprile del 1945 gli americani entrarono a Jena, guidati dal colonnello Goddard, e scoprirono che i danni agli stabilimenti Carl Zeiss erano molto minori di quanto si pensasse. Ma non era tanto lo stato di salute degli impianti a preoccupare gli americani: ciò che a loro più premeva era assicurarsi quanti più scienziati possibile. Quanto ciò fosse dovuto alle motivazioni ufficiali (era ancora in corso la guerra col Giappone, dunque ufficialmente occorreva rinforzare l'industria militare) e quanto invece alla semplice necessità di sottrarre cervelli al futuro nemico, l'Unione Sovietica, non ci è dato di sapere. In ogni caso la Carl Zeiss, fucina di ricerche e progressi in campo ottico, non si sottrasse a questa "fuga di cervelli" imposta. Il colonnello statunitense Zemke selezionò circa ottanta persone, tra ricercatori e tecnici della Carl Zeiss, più una quarantina di dirigenti delle vetrerie Schott. Queste persone, insieme alle loro famiglie, vennero "invitate" a trasferirsi all'ovest. Molti altri dipendenti Zeiss rifiutarono tale imposizione e decisero di rimanere dov'erano. In ogni caso, il trasferimento ad ovest degli altri rese possibile la rinascita successiva dell'industria fotografica tedesca.

Quasi contemporaneamente, nel maggio del 1945 i sovietici entrarono a Dresda, e due mesi dopo, nel luglio, gli statunitensi restituirono loro la città di Jena.

A questo punto, dunque, i sovietici si ritrovarono in possesso di tutto ciò che restava della Fondazione Zeiss, con l'eccezione dei tecnici trasferiti all'ovest dagli americani.

Se, ad est, l'Unione Sovietica iniziò a trasferire a Kiev i macchinari per la produzione di fotocamere, ed a Krasnogorsk, vicino Mosca, quelli per la produzione di obiettivi, ad ovest la Zeiss venne rimessa in piedi, sempre grazie ai "cervelli" trafugati da Jena ed ai massicci investimenti statunitensi. Ufficialmente, la Fondazione Zeiss rinacque il 23 febbraio del 1949 a Oberkochen, vicino Stoccarda, ma come sede di produzione era già attiva, sempre a Stoccarda, la vecchia fabbrica della Contessa-Nettel, scampata ai bombardamenti aerei. Già a partire dal marzo 1947, comunque, per gli obiettivi venne utilizzato un nuovo marchio, Zeiss Opton. In tre anni la neonata Fondazione si riorganizzò e crebbe fino ad impiegare 800 dipendenti; alla sua guida c'era ancora Kuppelbender. Nel 1951, dopo varie battaglie legali, la Fondazione Carl Zeiss riacquistò l'esclusiva del marchio Carl Zeiss; dunque il marchio Zeiss Opton scomparve, anche se fu utilizzato fino agli anni '80 per indicare i prodotti esportati all'est. Nel 1953, infine, la Fondazione Carl Zeiss cambiò nome, che divenne definitivamente Carl Zeiss.

Se si considera che, almeno fino al 1951, la Zeiss di Stoccarda si appoggiò alla Zeiss di Jena per la fornitura di obiettivi, si spiega perché non furono intentate azioni per l'uso esclusivo del marchio Carl Zeiss Jena da parte della Zeiss occidentale; invece fu assai dibattuta la questione del marchio Zeiss Ikon, che era adoperato anche dalla Zeiss dell'est per le proprie fotocamere.

Con l'inizio degli anni Cinquanta, la collaborazione fra le due società gemelle venne a cadere. Da una parte, la guerra fredda portò al boicottaggio, in occidente, dei prodotti venuti dall'oriente; dall'altra, la Zeiss di Stoccarda cominciò ad essere autonoma nella produzione di obiettivi, potendosi così svincolare dalle forniture di Jena. Nel 1954 iniziò un procedimento giudiziario con il quale la Zeiss di Stoccarda rivendicava l'utilizzo esclusivo dei marchi Zeiss Ikon, Carl Zeiss e di altri marchi collegati. Tale azione legale si concluse solo il 30 giugno del 1961, quando la corte di giustizia federale di Carlsruhe sentenziò che era la Zeiss occidentale ad avere il diritto esclusivo all'uso di quei marchi.

Del resto, già a partire dagli anni '50 le fotocamere prodotte all'est non vennero più contrassegnate col marchio Zeiss Ikon, bensì con il nome Pentacon (Veb Pentacon era il consorzio nel quale, a partire dal 1964, erano confluite tutte le principali industrie fotografiche della Germania orientale).

Come si può già aver intuito, l'evoluzione della Zeiss orientale fu assai sofferta, a causa delle ingerenze statali nell'economia. Se la Carl Zeiss di Jena continuò a produrre obiettivi ed era in buoni rapporti con la Fondazione Carl Zeiss di Stoccarda, dall'altra la Zeiss Ikon di Dresda venne posta sotto il controllo statale ed inglobata via via nei vari organismi pubblici, fino alla costituzione del Veb Pentacon di cui si è parlato.

Il trasferimento a Kiev delle linee di produzione della Contax fu lungo e complesso, anche a causa dei danni inflitti dalla guerra alle reti ferroviarie, e si potè completare solo nel 1948, quando circa 250 tecnici delle ex officine Zeiss raggiunsero la città ucraina (altrimenti chi li rimontava i macchinari?). Prima ancora che il trasferimento venisse completato, comunque, furono prodotte, dall'ottobre del 1945 all'inizio del 1948, alcune Contax a telemetro, in quantità abbastanza ridotta e siglate Carl Zeiss Jena (laddove quelle prebelliche erano marchiate, naturalmente, Zeiss Ikon). Si tratta comunque di poche centinaia di fotocamere, quasi tutte Contax II.

In realtà, tutto o quasi quello che accadde in quegli anni è poco noto, e soprattutto poco documentato. La maggior parte dei prodotti usciti dalla fabbrica di Dresda presentano componenti di varia origine, così come sembrano essere frutto della fabbrica di Dresda molte delle componenti delle fotocamere Kiev II e Kiev III. Di fatto, sembra ormai accertato che la linea di produzione delle Contax non fu mai trasferita del tutto in Ucraina; così come sembra altrettanto accertato che la Carl Zeiss di Stoccarda abbia acquistato numerose Contax II e Contax III prodotte a Jena e le abbia vendute negli USA. Oltre alle Contax Jena, del resto, sono state ritrovate numerose altre Contax anomale, di fattura ibrida, senza sigle di riconoscimento, che i collezionisti chiamano "Contax No Name", frutto di contaminazioni fra la produzione tedesca e quella ucraina. Concludendo, tutto lascia credere che, se ufficialmente l'unico legame tra la Zeiss dell'est e quella dell'ovest era la fornitura di obiettivi della prima alla seconda, di fatto sussistevano ancora molti legami più o meno noti.

Da questo punto in poi, appare evidente che la storia della Zeiss si divide in due filoni. Analizzeremo separatamente l'andamento delle due strutture.

La Zeiss orientale
Come si è visto, le officine Carl Zeiss di Jena, dal 1945 al 1951, garantirono la fornitura di obiettivi per le Contax nate a Stoccarda. Si trattava principalmente di obiettivi Tessar e Sonnar (50mm), e Biogon da 35mm; ma furono costruiti anche grandangolari Topogon da 25mm, Biometar da 35mm e Biotar da 75mm; all'inizio degli anni '50 vennero messi in produzione tre teleobiettivi, due Sonnar - un 180mm f/2.8 ed un 300mm f/4 - ed un 500mm f/8. Tali ottiche recano la scritta "Germany". A partire dal 1948, comunque, iniziò a Krasnogorsk una produzione di ottiche gemelle: gran parte degli obiettivi che venivano costruiti a Jena uscivano anche, pressoché identici, dalle fabbriche russe, ed erano destinati a corredare le fotocamere Kiev e Zorki. Furono marchiati col nome Jupiter (Jupiter, ovvero Giove, ovvero Zeus... ovvero Zeiss).

Riguardo le fotocamere, la Zeiss Ikon di Dresda, dopo la parentesi della citata Contax a telemetro riprese la fabbricazione di alcune fotocamere dirette discendenti della produzione prebellica: una simile alle Ikonta, ribattezzata Ercona, ed una simile alla Tenax, che uscì nel 1948 proprio con tale nome; solo nel 1953 fu ribattezzata Taxona. Nel 1956 infine, ancora col marchio Zeiss Ikon, fu presentata una fotocamera 35mm denominata Pantona.

Ma fin dall'immediato dopoguerra, negli stabilimenti di Dresda si cominciò a pensare al ripescaggio di una fotocamera reflex 35mm, progettata oltre dieci anni prima ma mai entrata in produzione a causa della guerra. Tale fotocamera, i cui disegni originari erano stati completati nel 1937 (e si trovavano ancora intatti a Dresda, negli archivi Zeiss), era stata ribattezzata Syntax. Sembra che in realtà alcuni anni prima ne fosse già stato realizzato un prototipo; sembra che alcuni soldati russi si siano presentati agli uffici di Berlino della Zeiss con questo prototipo trovato chissà dove, cercando qualcuno che potesse spiegar loro come funzionasse; sembra infine che questo prototipo sia andato perduto.

Anche qui, dunque, non si hanno dati certi su cosa sia avvenuto. Ciò che si sa è che nella primavera del 1949 fu presentata dagli stabilimenti di Dresda la nuova fotocamera, ribattezzata Contax S.

La Contax S era dotata di un innesto per gli obiettivi con passo a vite 42x1mm, derivato da quello Leica e da quello Praktiflex, una reflex prebellica. Contemporaneamente alla Contax S, un'altra fabbrica di Dresda presentò la reflex Praktica, nuova versione della Praktiflex, anch'essa dotata dello stesso innesto; e da questo momento in poi i destini delle due fotocamere si intrecciarono. I vari miglioramenti tecnologici applicati su una linea di fotocamere apparvero via via subito dopo anche sull'altra. Alla fine degli anni Cinquanta, comunque, la produzione delle Contax orientali venne sospesa, sostituita dalle Praktica IV, con mirimo pentaprismatico.

L'innesto a vite standardizzato ebbe notevole successo. Iniziò ad essere utilizzato da svariati produttori, in Germania e altrove, fra cui non si può non segnalare la Asahi Optical, che lo adottò per le sue reflex Pentax. Di fatto, negli anni '60 l'innesto a vite fu l'attacco universale per eccellenza. Anche alcune fotocamere della Zeiss di Stoccarda lo adottarono.

La Contax S è passata alla storia anche perché fu la prima fotocamera ad utilizzare un mirino pentaprismatico (il cui brevetto risaliva al 1932), un'altra innovazione divenuta di fatto uno standard. Negli anni seguenti si susseguirono varie versioni della Contax "orientale": la Contax D del 1952, la Contax E (con esposimetro) del 1955, la Contax F del 1956. A partire da quest'ultima le Contax orientali furono ribattezzate Pentacon, a causa delle questioni legali citate, fino alla dismissione della produzione cui si è accennato più sopra.

Il canto del cigno della Zeiss orientale, o meglio di ciò che ne restava, fu la Werra, una fotocamera molto elegante e semplice costruita a partire dal 1954 e che ottenne un buon successo di mercato.

Come si è doetto, nel 1964 le industrie ottiche della Germania orientale controllate dai sovietici vennero raggruppate in un unico organismo statale, il VEB Pentacon, organismo che ha chiuso i battenti nel 1990. A tutt'oggi, dunque, della Zeiss dell'est non esiste più nulla. Con la caduta del muro di Berlino, gli stabilimenti di ottica e meccanica un tempo appartenenti alla Zeiss - tra cui le gloriose fabbriche di Eisfeld e Saafeld - sono stati acquistati da vari gruppi industriali occidentali. Di fatto, tutto ciò che resta sono gli stabilimenti della Pentacon, che del resto sono ancora attivi. Attualmente due loro fotocamere sono ancora in commercio: si tratta della Exakta 66 (una economica reflex 6x6) e della Praktica BX20 S (una economica reflex 35mm). In particolare, la Exakta 66 fu lanciata nel 1984, quando l'azienda tedesca Beroflex assorbì la produzione delle 6x6 del VEB Pentacon e diede vita alla Exakta, ovvero l'evoluzione della Pentacon Six. Nel 1995, la Carl Zeiss di Oberkochen ha acquistato le quote della Carl Zeiss Jena detenute dalla Jenoptik GmbH.

La Zeiss di Stoccarda
I piani della neonata Zeiss di Stoccarda videro la rimessa in produzione delle Ikonta e Super Ikonta e l'eliminazione della Contaflex e di tutte le altre fotocamere 35mm, ad eccezione della Contax. La decisione di rimettere in produzione una fotocamera così complessa come la Contax costituiva una sfida notevole sul piano tecnologico. I progettisti di Stoccarda non disponevano di nulla: niente macchinari, ma soprattutto niente stampi, schemi costruttivi, progetti originali. Inizialmente si procedette smontando le Contax prebelliche e cercando di scovarne i difetti per migliorarli. E quei progettisti di Stoccarda si superarono: gia' alla Photokina del 1950 fu presentata la "nuova" Contax, battezzata Contax IIa, seguita un anno dopo dalla Contax IIIa (con esposimetro). Sulle nuove Contax si potevano montare tutti gli obiettivi prebellici - ad eccezione del Biogon 35mm, troppo profondo - e tutti i nuovi obiettivi fabbricati ad est (Jena) o ad ovest (Oberkochen). Le Contax a telemetro rimasero in produzione fino al 1958, anche se continuarono a figurare nei listini fino al 1960. In aggiunta al rilancio della Contax, nell'immediato dopoguerra la Zeiss di Stoccarda razionalizzò la produzione di altre fotocamere, limitandosi a quelle per pellicola 120. Apparvero quindi le nuove Ikonta, Super Ikonta, Ikoflex, Nettar e Box Tengor, tutte limitate ai tre formati 6x4.5, 6x6 e 6x9. Nel campo del medio formato non venne proposto nulla di nuovo, mentre nel settore dei 35mm, oltre alla Contax, va citata la produzione di una fotocamera vagamente simile alle Ikonta, priva di telemetro, con mirino ottico ed obiettivo montato su soffietto. Tale fotocamera fu prima chiamata Ikonta 35, poi Contina. Sempre Contina fu chiamata invece una fotocamera lanciata nel 1952, sempre 35mm e priva di telemetro, mentre ad una fotocamera dotata di obiettivo fisso Tessar, telemetro ed esposimetro lanciata nel 1950 fu dato il nome Contessa.

La Contaflex
Nel 1954 venne presentata una reflex monobiettivo, denominata Contaflex (come quella nata nel 1935; ma il nome era tutto ciò che le due fotocamere avevano in comune). Poiché si intendevano utilizzare gli otturatori a lamelle prodotti dalla consociata Deckel, anziché i più diffusi otturatori a tendina, la Contaflex fu dotata di obiettivo fisso (un Tessar 45mm f/2.8), dal momento che la presenza di un otturatore a lamelle costituiva un intralcio alla sostituzione degli obiettivi.

La Contaflex ebbe un notevole successo, tanto che poco tempo dopo fu presentata la Contaflex II, dotata di esposimetro; successivamente videro la luce altre versioni, dotate di obiettivo Tessar 50mm (Contaflex III e IV, presentate nel 1956) o del più economico Pantar 45mm f/2.8 (Contaflex Alpha e Beta, uscite nel 1957, e Contaflex Prima, apparsa nel 1959).

A partire dal 1958 la famiglia Contaflex fu rinnovata, in previsione da una parte del lancio delle Contarex e dall'altra della sospensione della produzione delle Contax.

Negli anni seguenti dunque apparvero sul mercato altre fotocamere Contaflex (Rapid, Super, Super B, Super NEU), tutte dotate di obiettivo Tessar, per finire con la Super BC, lanciata nel 1965: la prima fotocamera Zeiss con esposimetro TTL, ribattezzata Contaflex S nel 1968 e rimasta in produzione fino al 1972, fino cioè alla chiusura del reparto fotocamere della Zeiss.

La Contarex
In ogni caso, già a partire dalla metà degli anni '50 le limitazioni della Contaflex non tardarono a farsi sentire, e la Zeiss Ikon iniziò a progettare un nuovo sistema reflex di alto livello, con otturatore a tendina ed ottiche intercambiabili. Il risultato fu la Contarex, presentata alla Photokina del 1958, una fotocamera molto robusta, affidabile e complessa.

Come già era avvenuto per la Contax nel 1932, la Carl Zeiss si mobilitò per fornire alla neonata Contarex un parco ottiche di elevato livello. In breve tempo la Contarex potè contare su un corredo di elevatissima qualità: un Tessar 50mm f/2.8, un Planar 50mm f/2, un Planar 55mm f/1.4, un Sonnar 85mm f/2 ed un Sonnar 135mm f/4. Per i grandangolari retrofocus fu coniato il termine Distagon, la cui prima realizzazione fu un 35mm f/4, mentre per le focali più corte si ricorse al Biogon 21mm f/4.5. Negli anni seguenti uscirono vari modelli di Contarex, e nuove ottiche: Distagon 18mm f/4, 25mm f/2.8 e 35mm f/2, Sonnar 180mm f/2.8, Sonnar 250mm f/4, ed altre.

La prima Contarex fu ribattezzata "Cyclope" per via della vistosa cellula esterna dell'esposimetro, e fu prodotta dal 1959 al 1966, in circa 32mila pezzi. A partire dall'anno seguente fu affiancata dalla Contarex Special, che non aveva l'esposimetro ma prevedeva l'intercambio dei mirini e degli schermi di messa a fuoco. La Special fu costruita in appena tremila esemplari.

Le Contarex erano fotocamere eccezionali, robustissime, affidabili, progettate prevalentemente per un pubblico di professionisti esigenti. A partire dal 1966 iniziò il rinnovamento della gamma. Un primo passo fu la Contarex Professional, che però non ebbe molto successo (fu costruita in appena 1500 pezzi), e fu tolta di produzione dopo un solo anno, quando fu sostituita dalla Contarex Super, che invece rimase in produzione fino al 1972. Ne furono costruiti 13.400 esemplari. A partire dal 1968 la Zeiss modificò leggermente alcuni dettagli del corpo macchina, e dunque si parla di "Contarex Super prima versione" e "Contarex Super seconda versione". Va anche citato che alcuni lotti di Contarex Super destinati al mercato austriaco furono marchiati Ziag, e che sempre nel corso della produzione il marchio "Zeiss" sostituì quello "Zeiss Ikon". Sempre nel 1968 fu lanciata una nuova Contarex, l'ultima della serie, battezzata Super Electronic a causa dell'otturatore, controllato elettronicamente. Della Super (pure costruita in due varianti, a causa di una modifica dei circuiti di alimentazione sopravvenuta in seguito) furono costruiti circa tremila pezzi. Le due Contarex Super rimasero in produzione fino alla chiusura della Zeiss Ikon.

Agostino Maiello © 03/1998
Riproduzione Riservata

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