SIGMA 18-35 F/1.8 DC HSM ART
Prova sul campo: uno zoom estremamente luminoso e di grande qualità
Rino Giardiello, febbraio 2017

E’ difficile immaginare uno zoom standard di tale apertura dalle prestazioni così elevate e costanti a tutte le focali ed a tutti i valori di diaframma, ma Sigma, con la sua prestigiosa serie Art, torna a sorprenderci.

Sigma 18-35 F/1.8 ArtUno zoom così luminoso non si era mai visto e, per giunta, la luminosità massima di F/1.8 viene mantenuta a tutte le focali. Il Sigma 18-35 F/1.8 Art permette di fare a meno del classico “cinquantino luminoso” che si tiene in borsa sia per l’elevata luminosità che per le prestazioni. Ma la grande apertura massima permette anche di avere uno sfocato che di solito non si può avere con il formato APS-C perché la profondità di campo a F/1.8 è davvero minima.

Il Sigma 18-35 F/1.8 Art non passa certo inosservato: pur essendo compatto per la sua luminosità e qualità, è pur sempre uno zoom imponente, dalla grande lente frontale il cui diametro filtri è di 72mm. In compenso non si allunga con il cambiare delle focali e la lente frontale non ruota quando si mette a fuoco. Lo zoom viene fornito nella solita, comoda e ben realizzata custodia morbida che protegge tutti gli obiettivi Sigma delle serie più costose. Il paraluce è di serie. Il Sigma 18-35 F/1.8 Art copre solo il formato APS-C ed è disponibile con gli innesti Nikon, Canon, Sony A e Sigma SA.

Sigma 18-35 test di Rino Giardiello

Una foto a 18mm F/1.8 con messa a fuoco sugli orari in primo piano. Lo sfocato è molto gradevole (si nota maggiormente nella foto grande) e la nitidezza al centro ed ai bordi è notevole anche a tutta apertura e diaframmando di uno stop migliorano ancora. I crop sono al 100%. Cliccare sulla foto per vederla più grande con i crop in dimensioni reali.

In mano
Il Sigma 18-35mm F/1.8 Art s’impugna bene, le ghiere di messa a fuoco e di zoomata sono ampie e dalla presa sicura, i movimenti scorrevoli e precisi. Sul barilotto dell’obiettivo, in metallo, non c’è nulla salvo il consueto selettore che consente di inserire o escludere l’autofocus, il cerchietto argentato con la A che identifica la serie Art, i riferimenti per le lunghezze focali e le distanze di messa a fuoco. Un insieme sobrio ed elegante. L’ottica, purtroppo, non è stabilizzata, un vero peccato perché con l’apertura massima di F/1.8 e la stabilizzazione si sarebbe potuto scattare a mano libera anche con pochissima luce, ma la mancanza è una precisa scelta di Sigma per tutte le sue ottiche della serie Art: la massima qualità ottica si ottiene solo con tolleranze di fabbricazione strettissime e lo spazio occorrente alla stabilizzazione avrebbe aumentato le già generose dimensioni dell’obiettivo. L’autofocus HSM è veloce, silenzioso e, in tutte le immagini scattate per il test su corpo Sigma sd Quattro, ineccepibile e preciso. Se invece dovessero esserci delle imprecisioni, il Sigma 18-35 F/1.8 Art è compatibile con l’accessorio Sigma USB dock per una perfetta calibrazione della messa a fuoco. Lo si trova a poche decine di Euro presso i principali rivenditori anche online; ovviamente va acquistato il modello adatto al proprio innesto.

Sigma 18-35 zoommata 2x

I differenti campi inquadrati alle due focali estreme, 18 e 35mm.

Sul campo
Si parla tanto di quest’obiettivo e sempre bene, ma talvolta leggo i commenti di alcuni fotografi che, basandosi sui test strumentali di alcuni prestigiosi siti, consigliano di prendere il 17-70 C F/2.8-4 dello stesso fabbricante perché “va più o meno lo stesso, costa molto di meno ed è più versatile in quanto arriva sino a 70mm”. Su quest’ultimo punto c’è poco da discutere: uno zoom che va da 17 a 70mm, vale a dire da grandangolare a medio tele (25-105 equiv.), è senz’altro più versatile di uno che va da 18 a 35 (28-56 equiv.); ma sulla qualità e la resa ottica non sarebbe neanche da starne a parlare, senza contare che una cosa è un F/2.8-4, per quanto stabilizzato, ben altra un F/1.8 fisso.

Sigma 18-35 vs 17-70 confronto curve MTFA sinistra, le curve MTF fornite dalla stessa Sigma. Confrontando la resa a 18mm e 17mm, le differenze al centro non sono poi così marcate, è vero, ma sul campo, come vedremo nel test di prossima pubblicazione, la realtà è diversa e giustifica la grande differenza di prezzo.

Lo dicevamo 20 anni fa per l’analogico e le cose non sono cambiate: le rilevazioni strumentali in studio agli oggetti ed alle mire ottiche, come pure i test MTF, possono dire molte cose, ma non tutto sulla resa di un obiettivo. Esiste la “bella resa” come esiste la “brutta resa” che non risultano dai grafici e questo 18-35 ha una resa molto bella al di là di qualsiasi rilevazione strumentale e della nitidezza reale, comunque molto elevata sia al centro che ai bordi.

Il Sigma 17-70 F/2.8-4 serie C (che posseggo, utilizzo con piacere e considero il mio “zoom da passeggio”) è un obiettivo dall’ottimo rapporto qualità prezzo, senz’altro migliore della maggior parte degli zoom standard, ma non ha la resa “cristallina” del 18-35. Guardando le foto al 100% pur avendo la stessa risolvenza, le foto del 18-35 sembrano e sono molto più nitide e pulite: non ci sono sfrangiamenti di colore o sbavature, la resa ottica è nitida e ben contrastata anche fotografando in situazioni difficili. E’ in questi casi che si notano gli obiettivi di gran classe, ed il 18-35 lo è.

Prova sul campo Sigma 18-35 © Rino Giardiello

Colori brillanti e saturi senza essere esagerati. La foto è tratta dalla JPG sviluppata in camera (Sigma sd Quattro) senza alcuna postproduzione. Qui il crop al 100% di un particolare del radiatore.

Le foto scattate con il 18-35 sono più belle di quelle scattate con il 17-70 al di là di qualsiasi valutazione al 100% su un buon monitor e la differenza mi sembra più che giusta visti i prezzi (il 18-35 costa quasi il doppio) e le diverse serie di appartenenza (il 18-35 è “Art” mentre il 17-70 è “Contemporary”). Insomma, il 17-70 F/2.8-4 serie C, del quale vedremo presto il test approfondito, è un ottimo zoom per la sua categoria ed il suo prezzo, ma il Sigma 18-35mm F/1.8 Art è di un altro livello e compete - come qualità delle immagini - con le ottiche più costose e blasonate, non certo con il “fratellino economico”.

Recensione e prova sul campo del Sigma 18-35 Art

Impressionante il dettaglio al 100% del Babbo Natale e degli aghi dei pini sullo sfondo alla focale di 35mm ad F/8, usato solo per garantirmi la necessaria profondità di campo tra primo piano e sfondo.

Molto tridimensionale la resa non solo a tutta apertura, cosa quasi scontata, ma per il passaggio dalle aree a fuoco a quelle fuori fuoco: i soggetti a fuoco non sembrano ritagliati da una foto ed incollati su un fondo sfocato. Il bokeh è decisamente gradevole sia grazie al progetto ottico che al diaframma a 9 lamelle arrotondate.

Tridimensionalità Sigma 18-35 Art

Notevole il senso di tridimensionalità e la resa della materia del Sigma 18-35 F/1.8 Art.

Prestazioni
La nitidezza è sempre molto elevata sia al centro che ai bordi a tutte le focali. Le differenze si notano più nei test in studio che sul campo. A tutta apertura le immagini sono appena un po’ morbide agli angoli estremi (non di più di una qualsiasi ottima, ottica fissa), ma chiudendo di uno stop i risultati diventano eccellenti e restano tali fino ad F/11 perché ad F/16 subentra la diffrazione. Tenendo presente che non si compra un obiettivo F/1.8 per fare le riproduzioni a tutta apertura, ma semmai per giocare con lo sfocato, direi che la nitidezza si possa considerare ottima in tutte le condizioni.

Sigma 18-35 F/1.8 review ph. Rino GiardielloA sinistra, in questa semplice foto di un telefono alla stazione si vede perfettamente la bella resa della materia del Sigma 18-35 (cliccare sulla foto per vedere un particolare al 100%).

L’aberrazione cromatica del Sigma 18-35 F/1.8 Art è minima e la si nota soprattutto ai bordi a 18mm, ma la si elimina facilmente con qualsiasi programma di fotoritocco. Coma praticamente inesistente.

Una leggerissima vignettatura a tutte le focali a tutta apertura tende a scomparire già diaframmando di uno stop ed a F/4 scompare del tutto.

Trattamento antiriflessi nella norma per uno zoom (ma anche ottiche fisse) di elevata luminosità e con ben 17 lenti.

La distorsione, modesta e facilmente correggibile in postproduzione con un programma dotato degli appositi profili, è a barilotto a 18mm, diventa a cuscinetto a 35mm e si azzera intorno ai 24mm. Con un programma come Photoshop la distorsione si elimina con un click, ma è complicato eliminarla manualmente perché a 18mm - a barilotto - gli angoli estremi hanno una leggera distorsione a cuscinetto. E’ la cosiddetta “distorsione a baffo” che con alcune ottiche come il Samyang 14mm è praticamente impossibile da correggere bene anche con i profili forniti dalla stessa Samyang (pertanto l’ottica, nonostante la resa buona per il prezzo, è sconsigliatissima per le foto di architettura), ma con il Sigma 18-35 è quasi inavvertibile e, fortunatamente, eliminabile del tutto con l’apposito profilo.

Distorsione a baffo Sigma 18-35 a 18mm

Una foto in cui si capisce la distorsione a baffo a 18mm. In pratica c'è una leggera distorsione a barilotto al centro mentre le estremità non hanno distorsione. Correggendo manualmente il barilotto, i bordi del marciapede - quasi dritti nella foto - si ripiegherebbero all'ingiù. Nessun problema, giusto un click, potendo utilizzare l'apposito profilo fornito da SIGMA in un programma di fotoritocco.

Conclusioni
Il Sigma 18-35 F/1.8 Art è quanto di meglio si possa trovare per il formato APS-C sia come qualità che come luminosità massima. E’ un obiettivo versatile che copre le focali medie e corte di uso più comune, e sostituisce in pieno le ottiche fisse corrispondenti come qualità e luminosità. Le foto che accompagnano questo articolo sono state scattate tutte con una Sigma sd Quattro e la nitidezza e pulizia dell’obiettivo sono diventate straordinarie abbinate al sensore Foveon che, viceversa, non perdona le ottiche meno performanti. Il prezzo di circa 8-900 Euro con garanzia italiana MTrading è perfettamente adeguato alle prestazioni e non ci sono alternative di pari luminosità tra gli zoom originali, che si fermano ad F/2.8, costano quasi il doppio e non vanno meglio.

Rino Giardiello © 02/2017
Riproduzione Riservata

Pregi
• Luminosità, resa, costruzione, prezzo.

Difetti
• Mancano stabilizzazione e tropicalizzazione.

Sigma 18-35mm F/1.8 Art
Zoom per fotocamere formato APS-C di luminosità F1.8 a tutte le focali.
• Schema ottico: 17 elementi in 12 gruppi
• Distanza di messa a fuoco minima: 28cm
• Rapporto d’ingrandimento: 1:4.3 - Diametro filtri: ø 72mm
• Innesto AF: Sigma, Sony, Nikon, Pentax, Canon
• Custodia e paraluce (LH780-06) compresi